Non profit
Grazie alle note di Mahler, le ricerche sul tumore al seno diventano pratica clinica
classica
di Redazione

Sono le note della Sinfonia n. 7 di Malher le grandiose protagoniste del quarto appuntamento delle Prove Aperte, che la Filarmonica della Scala organizza a favore delle organizzazioni non profit in collaborazione con il main partner UniCredit e con il sostegno di UniCredit Foundation. Oltre a costituire un’opportunità unica per assistere a prezzi contenuti e in anteprima alla messa a punto di un grande concerto, le Prove Aperte sono diventate un’importante occasione di solidarietà: l’intero ricavato del concerto in programma domenica 3 aprile andrà a sostegno dell’Associazione Scuola italiana di Senologia, fondata nel 1984 dal professor Umberto Veronesi (che oggi presiede il consiglio scientifico) per contribuire a migliorare il livello delle diagnosi e delle cure dei tumori della mammella.
«Quella con la Filarmonica della Scala è una collaborazione già avviata da molti anni anche grazie al contributo di General Electrics, ed è un’opportunità importante per un’associazione come la nostra che dispone di un budget limitato; la nostra sussistenza infatti è data dal fatto che tutti i grandi oncologi che collaborano con noi lo fanno gratuitamente. I fondi raccolti con l’iniziativa alla Scala ci consentiranno di potenziare le nostre attività», dice Lidia Bramani, storica della musica e da pochi mesi presidente del consiglio direttivo della Scuola di Senologia.
Sostenuta da illustri personalità del mondo dell’arte, della cultura e dell’imprenditoria e diretta dal professor Claudio Andreoli, la Scuola opera per favorire il rapido trasferimento dei risultati della ricerca alla pratica clinica, in modo da raggiungere anche le zone più decentrate e le fasce sociali più disagiate. Inoltre, si propone di rendere completamente gratuiti gli stage di formazione che organizza periodicamente per medici, infermieri, ostetrici, radiologi, tecnici e anche volontari. «Un esercito di persone disponibilissime, migliaia di medici e operatori che si prendono giorni di ferie per venire ad aggiornarsi e testimoniano un impegno commovente che confuta la visione di una sanità fatta da operatori passivi, parassitari, egoisti», sostiene Lidia Bramani.
Oggi il tumore al seno è una malattia che si può vincere, eppure c’è ancora molta resistenza ad affrontarla. «C’è una sorta di atteggiamento a non volerci pensare, anche da parte di noi donne», conclude Bramani, «invece è molto importante non far finta che non ci riguardi. Se da un lato bisogna prevenire, dall’altro è necessario curare, evitando il più possibile trattamenti demolitivi e aggressivi, ma nello stesso tempo evitando la tendenza a sottovalutare il problema, soprattutto quando si tratta di donne anziane».
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