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GUANTANAMO. Obama: Complesso il problema dei 240 prigionieri

Il presdiente relaziona aWashington sulle questioni scaturite dalla decisione di chiudere la prigione

di Redazione

Il problema di cosa fare con i 240 detenuti di Guantanamo, specialmente un gruppo di pericolosi che rischiano però di non poter essere processati, è “difficile e
complesso”. Un vero rompicapo che “non è stato provocato dalla mia decisione di chiudere la prigione, ma è stato determinato dalla prima decisione di aprirla”. Barack Obama sceglie la via diretta, della chiarezza delle parole per affrontare, nel discorso pronunciato a Washington all’indomani dai segnali di guerra che gli ha inviato il
Congresso a maggioranza democratica, come intenda “ripulire qualcosa che è semplicemente un disastro”. Cioè il “limbo legale” in cui sono stati detenuti senza incriminaizone in questi otto anni fino ad 800 prigionieri nel campo creato da George Bush.

Guantanamo, ha detto Obama, “ha fatto arretrare l’autorità morale dell’America che è la nostra valuta più forte nel mondo” diventando “il simbolo che ha aiutato al Qaeda a reclutare terroristi in tutto il mondo”. “La sola esistenza di Guantanamo ha probabilmente creato nel mondo più terroristi di quanti ne abbia rinchiuso” ha
detto ancora il presidente, sottolineando come la prigione abbia “indebolito la nostra sicurezza nazionale”.
Difesa così la decisione di chiudere Guantanamo, Obama è passato a parlare dei seri problemi ereditati: “abbiamo 240 persone che sono state in un limbo legale per anni” ha detto spiegando in dettaglio cosa la sua amministrazione intende fare con i diversi gruppi, in tutto cinque, dei detenuti ancora nel campo. Ed ammettendo
– dopo aver parlato di quelli che potranno essere giudicati dai tribunali federali o dalle commissioni militari, dei 50 che si cercherà di mandare all’estero e dei 21 che devono essere scarcerati per ordine dei giudici – con estrema onestà la sua preoccupazione, e l’attuale mancanza di soluzioni, per l’ultimo: “i detenuti che non
possono essere processati ma che costituiscono un grave pericolo per l’America”.

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