Mondo

Guatemala: protesta indios, al via negoziato tra governo e Conic

Dopo un giorno di proteste organizzate dal Conic, il Coordinamento nazionale di indios e agricoltori, il presidente Berger ha iniziato i negoziati coi manifestanti che chiedono la terra

di Redazione

Al termine di una giornata di proteste e blocchi stradali organizzate dal Conic, il coordinamento nazionale degli indios e degli agricoltori, il governo del Guatemala guidato da Oscar Berger ha iniziato i negoziati con i manifestanti che chiedono la terra. Quanto al raggiungimento di un accordo tra le parti che risolva la crisi, il portavoce della Piattaforma agraria, Omar Jeronimo, ha sottolineato che ”si tratta di accordi parziali, verificheremo nelle prossime settimane -ha detto- se verranno rispettati e da questo dipendera’ la ripresa delle nostre proteste”. Pur non riuscendo a bloccare le strade che portano alla frontiera con Messico, El Salvador e Honduras come era nelle loro intenzioni, i manifestanti indios, accompagnati nella protesta dagli insegnanti delle scuole pubbliche, hanno organizzato ieri diversi blocchi in tutto il Paese. Nella capitale circa 3 mila contadini, tra i quali centinaia di donne con i bambini in braccio, hanno sfilato chiedendo giustizia e terra.

Negli scontri con le forze dell’ordine ci sono stati 14 feriti e e oltre 20 persone sono state fermate e poi rilasciate dalla polizia. Secondo gli osservatori, il Conic si ispira al movimento degli indios della Bolivia che e’ stato fondamentale per l’elezione del presidente Evo Morales. In un rapporto del marzo scorso, Amnesty International ha denunciato gravi violazioni dei diritti umani degli indios del Guatemala, un paese di ”ingiustizie” con ”forti ineguaglianze nella distribuzione della terra”. In particolare, secondo Amnesty, il 62,5% della terra coltivabile e’ in mano al 1,5% della popolazione.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.