Mondo

Guinea Bissau: il potere traballa

Tentativo di golpe militare a un mese delle elezioni presidenziali

di Redazione

L’ex presidente della Guinea Bissau Kumba Yalla, assieme a un gruppo di militari, ha occupato brevemente la notte scorsa il palazzo presidenziale a Bissau, in un apparente tentativo di colpo di stato, che ha provocato nuove tensioni a meno di un mese delle elezioni presidenziali, in programma il 19 giugno. Qualche ora dopo l’occupazione, circa 300 giovani manifestanti hanno assaltato e saccheggiato la sede del partito di Yalla. Tre di loro sono rimasti feriti nell’attacco – due in modo grave – e un veicolo e’ stato incendiato. Nello stesso tempo, il capo di stato maggiore delle Forze armate, il generale Tagne’ Na Wai, si sforzava di rassicurare la popolazione, affermando che ”non c’e’ piu’ spazio per un’ insurrezione o un colpo di stato militare in Guinea Bissau”. Poco prima, egli aveva annunciato in un comunicato che ”un gruppo di soldati ha portato, stamattina molto presto, al palazzo l’ex presidente Kumba Yalla, affinche’ occupasse la poltrona presidenziale”. I militari che accompagnavano l’ex presidente non hanno incontrato resistenza entrando nel palazzo, avendo le guardie visto il loro capo alla testa del gruppo. Il generale Ghare’ Yalla, capo della sicurezza alla presidenza della Repubblica, ha in effetti ammesso di aver scortato Kumba Yalla, dicendo che pensava di agire su ordine del capo di stato maggiore e che aveva identificato i militari come ex ufficiali della Missione Onu in Liberia. Ha confessato tuttavia di non aver verificato che l’ordine provenisse proprio da Na Wai. Quest’ultimo, al termine di una riunione d’urgenza convocata in mattinata allo stato maggiore, ha invitato la popolazione ”alla calma”, assicurando che ”l’esercito resta fedele alle istituzioni della Repubblica” nel piccolo Paese dell’Africa occidentale, teatro da 15 anni di ricorrenti colpi di stato. Scandendo slogan ostili a Kumba Yalla e al presidente del Senegal Abdoulaye Wade, mediatore per la crisi della Guinea Bissau, circa 300 giovani hanno manifestato stamani davanti alla residenza privata dell’ex capo dello Stato, e sono stati dispersi dalle sue guardie del corpo, che hanno sparato raffiche in aria. I dimostranti sono poi tornati nel centro citta’ e si sono diretti appunto al quartier generale del Partito per il rinnovamento sociale (Prs, ex formazione al potere), che hanno assaltato, rompendo vetri, scardinando porte e finestre, distruggendo materiale informatico. Il dispositivo di sicurezza e’ stato oggi rafforzato attorno alla presidenza e al vicino ministero dell’Interno, mentre uffici pubblici e negozi sono rimasti chiusi. A Dakar, il presidente Wade ha oggi proposto un rinvio di almeno due mesi delle elezioni presidenziali, mentre e’ in arrivo a Bissau una prima missione di sette osservatori dell’Ue. La situazione in Guinea Bissau e’ testa da quando Kumba Yalla, deposto nel settembre 2003 da un colpo di stato militare incruento, ha dichiarato, il 15 maggio scorso, di considerarsi tuttora il presidente del Paese, arrivando ad annunciare il rinvio della consultazione del 19 giugno. Sabato scorso, tuttavia, dopo un incontro con Wade, ha detto di voler privilegiare ”la pace e la stabilita”’, e ”battersi contro lo spirito di violenza”.

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