Hai mai visto la frontiera?

di Elisa Furnari

Ho tentennato prima di scrivere questo post, le inchieste siciliane e romane sul binomio cooperazione/accoglienza e le prese di posizione di qualche governatore poco illuminato che minaccia di alzare le barricate mi hanno un po’ distratto sul senso di ciò che sta vivendo la mia Sicilia e credo anche questa Italia.

Quando invece ho letto il post di Riccardo Bonacina ho provato un senso di liberazione (http://blog.vita.it/lapuntina/2015/06/16/migranti-la-realta-e-la-propaganda/)
“La Puntina” ha chiarito con numeri e non con chiacchiere che l’immigrazione non è un’invasione dalla quale difendersi alzando barricate ma un fenomeno da gestire con intelligenza, responsabilità, competenza e scusate se sono romantica…anche con un po’ di cuore.

Oggi quello che va approfondito é chi lo fa questo lavoro e come si fa.

La Sicilia si é progressivamente trasformata, per ragioni puramente geografiche, in un grande molo dove sbarcare, in un porto collettivo dove accogliere, ospitare, accompagnare e quando ci riesce ad integrare o quantomeno far da ponte. Un lavoro duro, un lavoro di frontiera che uomini e donne svolgono lasciando che le loro menti e le loro anime vengano contaminate dal viaggio lungo e doloroso di altre anime.
Chi almeno una volta ha vissuto “uno sbarco” o ha visitato un centro di accoglienza sa di cosa parlo, chi invece legge solo i giornali, spesso anche solo i titoli, pensa che l’accoglienza sia solo un business con il fiocchetto della solidarietà che ha arricchito qualche imprenditore ed aiutato alcuni politici.

Sono certa che le inchieste come #Mafia capitale o quelle relative al Centro di Accoglienza di Mineo servano, servono a chi fa la buona accoglienza, servono ad elaborare un nuovo modello che possa essere più efficace, servono a chi è innocente a dimostrare l’estraneità alle porcherie di cui leggiamo, servono a punire chi con le anime ha giocato.

Quello che non serve é generalizzare, quello che crea un danno impossibile da misurare é l’alone di sospetto che si è ingenerato nei confronti di chi, persone ed organizzazioni, all’accoglienza dedica la propria vita e la propria impresa, fatto assolutamente lecito e a mio avviso ammirevole. (Bello in post di un cooperatore siciliano, anche questo da leggere http://www.ebbene.it/post.php?aid=699).

Credo che la Sicilia abbia in questi anni reso un servizio a questo paese, abbiamo vissuto e assorbito il dolore per le morti avvenute a pochi metri dalle nostre coste, sono stati i cooperatori siciliani e i volontari siciliani a dedicare le loro notti, ad abbracciare dando una coperta, ad accudire donne incinte e bambini appena nati e questo tutti lo dobbiamo ricordare, noi siciliani per primi.

Le inchieste andranno avanti e questo a tutela di tutti noi, l’accoglienza andrà avanti a tutela di tutto il paese, la riforma del modello di accoglienza deve proseguire a tutela del buon nome di questa nazione e la Sicilia procederà operosa nel suo essere frontiera.

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