Mondo
Haiti: una cordata italiana per costruire il futuro
A tre anni dal devastante terremoto. Alla periferia di Port au Prince i progetti di "Future 4 Haiti" seguono l'orientamento dell'Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo sviluppo (Ascs)
di Redazione

Ad Haiti, pane e pasta, ma anche mattoni, calcestruzzo e carpenteria necessari per la ricostruzione portano un marchio italiano. Nel quartiere di Croix-des-Bouquets, alla periferia di Port au Prince, capitale di Haiti, tre anni dopo il sisma del 12 gennaio 2010, è attiva la cordata italiana che mette insieme Caritas, Croce Rossa, Desmet Ballestra, Fondazione Fondiaria SAI, Fondazione Marcegaglia onlus, Missionari Scalabriniani impegnata nel dare “un futuro per Haiti” grazie a investimenti che non solo guardano alla ricostruzione, ma anche insegnano a ricostruire.
I progetti di Future 4 Haiti seguono, infatti, l’orientamento impresso dall’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo sviluppo (Ascs) che fa da supervisore ai progetti: coinvolgere la popolazione locale, “imparare facendo” (learning by doing).
Un modello che si sta dimostrando vincente, in controtendenza rispetto ad aiuti “a pioggia” e a progetti gestiti dall’esterno
Subito dopo il terremoto, nella periferia della capitale si è costituita la “Fondation Haitienne pour le Rélevement et le Développement”, collegata alla Missione dei Padri Scalabriniani, per garantire la realizzazione dei progetti: un impianto di produzione di blocchetti di cemento per l’edilizia abitativa e la pavimentazione stradale, un’impresa di costruzione, un’officina di carpenteria metallica, una falegnameria, un panificio, un pastificio, un mini-market che vende quanto è stato prodotto.
Nel quartiere di Croix-des-Bouquets si stanno sviluppando i progetti del “Future 4 Haiti”, un’area di priorità per lo sviluppo, perché destinata al reinsediamento degli sfollati dal terremoto. Qui già si trovano 150mila persone, con il 40% di bambini analfabeti e in condizioni di semiabbandono.
Nell’area della Missione Scalabriniana una scuola per 600 studenti sta segnando il futuro. Un Poliambulatorio affronta i problemi sanitari della popolazione. E si sta avviando un nuovo progetto finalizzato all’aggregazione, alla capacità di collaborazione, per la ricostruzione non solo materiale ed economica, ma anche sociale del proprio Paese.
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