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Hines svernici (almeno) la Punta Perotti fiorentina
La newsletter settimanale, per le abbonate e gli abbonati di VITA - dedicata ai temi dell'impatto, della responsabilità sociale di impresa, della filantropia e molto altro - si occupa del caso di pessima rigenerazione urbana di Firenze, dove nella skyline è spuntato un orribile cubo nero, sfuggito alle severe Sovrintendenze. Sono gli appartamenti di superlusso realizzati da Hines, multinazionale dell'immobiliare che ha lavorato anche a Milano. Essendo nel cuore di una città patrimonio dell'Unesco, praticamente una sorta di Punta Perotti in riva all'Arno. Modesta idea: la società, che va fiera del suo profilo Esg, si accolli almeno il cambio del colore

E così anche Firenze ha la sua Punta Perotti. La storia dell’enorme cubo bianco e nero (oltretutto i colori della Juventus, come non ha potuto fare a meno di rilevare il senatore Matteo Renzi) vale quella del mostro costruito sul litorale adriatico, poco fuori Bari. Non se ne abbiano a male i baresi.
Anche se, in questo caso, il palazzo realizzato sulle ceneri del vecchio Teatro Comunale, i permessi li aveva tutti, intendiamoci, forse con qualche distrazione delle Sovrintendenze.
Solo che, sparite le impalcature, oplà, i fiorentini si sono resi conto. Non come i comaschi che fecero “ooohh”, quando nel 1928, Giuseppe Terragni tirò giù l’impalcato del bellissimo Novocomum a due passi dal Lago.
La skyline della città patrimonio dell’Unesco è risultata compromessa, checchè ne dicano quelli di Artribune, anche con buone ragioni, nel senso che è vero, Firenze è l’eterno presepe, pronta a contestare anche un nume architettonico come Isozaki, che doveva fare il nuovo ingresso degli Uffizi, tuttavia…
Tuttavia, lo scempio è scempio, c’è poco da fare.
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