Cultura

Ho imparato l’alfabeto dell’imprenditore sociale

L'ex studente, Paolo Campagnano

di Redazione

Paolo Campagnano, 28 anni, è di Milano, ma ormai si sente trentino. A Trento ha frequentato il master in “Gestione di imprese sociali” e poi ha aperto una delle sedi italiane di The Hub. Passando per Londra. «In Inghilterra ho svolto il tirocinio di cinque mesi previsto nel programma del master. Avevo conosciuto la realtà The Hub in Italia contattando la persona che stava lavorando per aprirne uno a Milano. Mi piaceva l’idea di un incubatore dove chi aveva spirito imprenditoriale potesse trovare una rete di relazioni e competenze che lo aiutassero a far nascere la sua idea di business. A me interessava quello che abbinasse un approccio sociale».
Perché?
Perché dopo la laurea in Antropologia ho lavorato per un anno con AiBi. Sono stato coordinatore per cinque Paesi dell’America Latina, in pratica facevo da ponte per la trasmissione delle informazioni fra l’Italia e i Paesi destinatari degli aiuti.
Poi però ha deciso di cambiare lavoro…
Perché avevo nella testa di fare l’imprenditore, ma non avrei saputo come muovermi: non sapevo nulla di bilanci, di contabilità, di impresa.
Nella scelta del master, qual è stato l’elemento decisivo?
Volevo allontanarmi da Milano. Il trasferimento in Trentino mi ha dato la possibilità di concentrarmi esclusivamente sugli studi. Sino all’ultimo però sono stato incerto fra Trento e la Bocconi.
Il master le è servito davvero per fare l’imprenditore sociale?
Al master ho appreso un alfabeto, poi ho imparato ad applicarlo con lo stage in Inghilterra.
Si vive facendo il presidente della coop The Hub di Rovereto?
The Hub è una start up, al momento lo stipendio è più basso di quello di un quadro, ma ovviamente la previsione è quella di crescere.
Insomma, la speranza è l’ultima a morire…
Il mio motto è un altro: avere un cannocchiale per guardare oltre il proprio orticello.

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