Famiglia
I bambini fuori famiglia sono 29.309
Il numero degli affidi raggiunge le accoglienza in comunità. Per il 69% l'allontamento è in seguito a un provvedimento giudiziale. Un minore su quattro è stato collocato fuori famiglia in base a una protezione in via di emergenza.
Sono 29.309 i bambini che in Italia vivono fuori dalla loro famiglia: poco meno di 3 ragazzi ogni mille. La fotografia, scattata al 31 dicembre 2010, è stata presentata questa mattina dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, all’interno della nuova indagine “Bambini e bambine temporaneamente fuori dalla loro famiglia di origine”. All’ultima rilevazione nazionale, su dati del 2008, erano 30.200. Ma rispetto al 1999 il fenomeno è cresciuto del 24%: allora i fuori famiglia erano 23.636. «In prospettiva storica il fenomeno risulta in fortissima riduzione», dice il ministero, «ma restringendo il confronto all’ultimo decennio c’è una crescita significativa».
I bambini e i ragazzi
La Liguria è la regione che più delle altre vive il fenomeno: 4,7 minori fuori famigli ogni mille. Il minimo in Abruzzo e Molise: 1,6 e 1,9 ogni mille. La presenza di stranieri è notevolmente aumentata fino ad arrivare, oggi, al 22% del totale. Uno su cinque, tra loro, è un minore straniero non accompagnato: questa particolare categoria rappresenta cioè oggi il 4,4% del totale dei fuori famiglia. La loro presenza è fortemente polarizzata, nel senso che l’88% di essi trova accoglienza in comunità. Poco meno di un minore su dieci accolto ha qualche forma di disabilità. Il 7% è in attesa di adozione.
La famiglia
La grandissima maggioranza dei ragazzi ha una famiglia: il 74% incontra uno dei due genitori tutte o quasi le settimane, il 42% rientra a casa propria nel week end e anche nel caso di affido il 60% incontra almeno uno dei due genitori tutte o quasi le settimane. Nel 37% dei casi si arriva all’accoglienza per inadeguatezza genitoriale, nel 9% dei casi c’è un problema di dipendenza di uno dei genitori, il 7% per maltrattamenti e incuria. L’indagine parla di come «appaiano con forza difficoltà contingenti dei nuclei familiari, ma che rischiano di cronicizzarsi: problemi economici della famiglia, problemi abitativi, problemi lavorativi di uno o entrambi i genitori». Nella maggioranza dei casi l’accoglienza è una misura che si adotta senza l’adesione della famiglia: nel 69% dei casi siano dinanzi a un provvedimento giudiziale. Mentre uno su quattro è stato collocato fuori famiglia in base a una protezione in via di emergenza. Un dato che fa riflettere sul bisogno di comunità e famiglie formate per fare pronta accoglienza.
L’accoglienza
Chi si fa carico dell’incremento dei minori fuori famiglia? La strada scelta è stata non quella delle comunità ma degli affidi familiari. I collocamenti in comunità sono rimasti uguali al 1998, mentre il numero degli inserimenti in famiglia è aumentato del 42%. In strutture residenziali sono accolti oggi 14.781 minorenni, in famiglie affidatarie 14.528. Le regioni che più hanno optato per l’affido sono Sardegna (68%), Toscana (65%), Liguria (64%) e Piemonte (63%). Inversioni di tendenza significative negli ultimi dodici anni si riscontrano in Calabria (dal 7% di fine anni 90 a 43% di oggi). Per il 40% dei bambini quella in atto non è la prima esperienza di accoglienza: lo 0,8% ha alle spalle un fallimento adottivo. La permanenza fuori famiglia dura molto. Quasi uno su due è fuori famiglia da più di due anni, con il 26% che è in accoglienza da più di 4 anni.
I servizi
Nel 55% dei casi ancora non esiste in Italia un servizio affidi dedicato. Il contributo medio erogato per le famiglie affidatarie è di 404 euro. Nel caso delle comunità, la retta giornaliera unica si attesta attorno ai 79 euro, se è diversificata si va dai 71 ai 99 euro.
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