Non profit

i bimbi di chernobyl fermati dalla crisi

L'allarme di Avib

di Redazione

Sei milioni e 400mila euro solo per i viaggi aerei dei bambini. Più due milioni di euro su un progetto nuovo di zecca, quello delle «Case Italia-Belarus». È quanto arriverà a Minsk, solo nel 2009, grazie al movimento delle famiglie italiane che accolgono minori bielorussi per soggiorni terapeutici e solidaristici. Un atto di generosità che si ripete da più di vent’anni, benché la crisi morda anche in questo settore: Raffaele Iosa, appena rieletto presidente di Avib-Associazioni di volontariato italiane per la Bielorussia, prevede per quest’estate 2mila bimbi in meno (16mila, con un calo dell’11%).
Tra gli obiettivi del triennio c’è l’avvio di cento case famiglia che sostituiranno i vecchi Internat, un taglio del 20% del costo del biglietto aereo (rigorosamente con la compagnia di bandiera, Belavia: oggi costa 400 euro), lo sviluppo della cooperazione decentrata italiana, microcredito per gli ex bambini di Chernobyl diventati maggiorenni. Per farlo Avib aprirà una sede a Minsk: con la nuova amicizia Berlusconi-Lukashenko, Italia e Bielorussia non sono mai state così vicine.

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