Non profit
I cattolici cercano l’impresa
Dietro le quinte dell'appuntamento di Reggio Calabria
di Redazione
«Il lavoro va difeso, ma anche creato». È lo slogan che riassume meglio degli altri
il senso delle giornate calabresi. Come spiega Edoardo Patriarca, segretario dell’eventoSarà il vescovo di Ivrea, Arrigo Miglio, ad aprire a Reggio Calabria, 1.400 chilometri di distanza dalla sua diocesi, la quarantaseiesima Settimana sociale dei cattolici. Monsignor Miglio prenderà la parola in quanto presidente del Comitato organizzatore, ma questo legame Nord-Sud rende bene lo spirito di fondo di questa mobilitazione. Le Settimane sociali si tengono a scadenza mobile da oltre 100 anni. L’ultima si è tenuta a Pistoia nel 2007 (per celebrare i 100 anni dalla prima, che si era tenuta proprio nella città toscana). A Reggio le Settimane avevano fatto tappa 50 anni fa. Il tema allora fotografava un’Italia profondamente diversa, ma coglieva profeticamente una questione cruciale: «Le migrazioni interne e internazionali nel mondo contemporaneo». Quest’anno invece il titolo parla di «Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese».
Il cantiere delle Settimane sociali è partito un paio di anni fa, con un’agenda fittissima di incontri su tutto il territorio, per ascoltare parrocchie, gruppi, realtà associative, movimenti. Un metodo nuovo, che ha visto lo stesso vescovo Miglio, il suo vicepresidente Luca Diotallevi, e il segretario delle Settimane, Edoardo Patriarca in un continuo tour da un capo all’altro della penisola.
È Patriarca, personaggio ben noto al terzo settore per essere stato sino al 2006 portavoce del Forum, a raccontare questo appassionante cammino di avvicinamento alle giornate di Reggio (14/17 ottobre). «È stata una grande opera di ascolto. Il mandato era proprio quello di un ascolto libero da ogni pregiudizio. Abbiamo riscontrato una incredibile voglia di impegnarsi. Ma il vero tema che è emerso è quello del lavoro e dell’assenza di prospettiva per i giovani. Una preoccupazione e una profonda incertezza che ci è sembrato il dato più allarmante a livello di fenomeni sociali».
Un esito di queste preoccupazioni lo si vede nella scelta dei cinque temi, messi al centro della riflessione. Ben tre toccano da vicino il destino delle fasce giovanili: lavoro, educazione e mobilità sociale. Colpisce, in particolare, quello che nell’agenda è stato messo per primo: «ntraprendere nel lavoro e nell’impresa» (sarà un gruppo di lavoro presieduto da Carlo Costalli). Spiega Patriarca: «La scelta del verbo “intraprendere” non è casuale. Il lavoro non va solo difeso ma anche creato. Per questo nella fase di preparazione abbiamo voluto dare molto spazio all’ascolto degli imprenditori. Anche se purtroppo da Confindustria non è arrivato nessun segnale». Un segnale è arrivato invece da Legacoop, che ha chiesto un incontro per dimostrare la propria attenzione all’evento che radunerà 1.200 rappresentanti di tutte le diocesi nel capolugo calabrese (ma le richieste erano molto di più).
«Lavoro e intrapresa saranno le due parole chiave», conferma Franco Pasquali, segretario di Retinopera, una realtà che raccoglie una ventina di grandi organizzazioni cattoliche attive nel sociale. «Ci vuole una visione nuova. È una vera sfida culturale quella che ci attende».
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