Non profit

I giovani sono per la meritocrazia

lo sostiene una ricerca dell'Anci presentata oggi

di Redazione

I giovani sono per la meritocrazia. Il 65% dichiara di voler vedere l’impegno delle istituzioni per una società basata sul riconoscimento del merito.
Lo dice un’indagine condotta da Ricerche per conto dell’Anci, presentata oggi alla presenza del ministro Giorgia Meloni e realizzata su un campione di duemila cittadini tra i 18 ed i 34 anni. Non solo premio all’impegno, dai giovani emerge anche il desiderio di lavorare attivamente per la collettività. Cosa utile per il 44% di loro, indispensabile per il 49%.
Interessanti le modalità espresse, si va dal prender parte ad incontri o dibattiti pubblici (16%), alla costituzione di comitati di cittadini (15%) sino alla sottoscrizione di petizioni e all’utilizzo dei referendum (13%). Dialogare in via diretta con partiti politici o con il sindaco è la soluzione meno gettonata (10%).
Dalla classe politica ci si aspetta riforme radicali (69%): l’introduzione del federalismo anzitutto, ma anche stabilità dei posti di lavoro, agevolazioni economiche e sicurezza delle città. L’ente sentito più vicino è il Comune, cui seguono Provincia, Regione ed in ultimo lo Stato.
Un dato interessante: i giovani dichiarano di sentirsi peggiori rispetto alle generazioni passate. La causa, si legge nella ricerca, potrebbe essere riconducibile al modo in cui si vedono percepiti dall’opinione pubblica che spesso li dipinge come disimpegnati, privi di ideali e incapaci di staccarsi dal nucleo famigliare d’origine.

Per il testo dell’indagine, www.anci.it

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