Di appuntamenti sociali l’agenda della presidenza di turno Ue del Belgio è piena. La girandola di meeting inizierà il 2-3 settembre con la Conferenza sulla povertà infantile, poi occhi puntati sull’economia sociale. A seguire le conferenze sul Fondo sociale europeo (18-19 novembre) e sui senzatetto (9-10 dicembre), con la sessione di chiusura dell’Anno europeo di lotta contro la povertà in programma a Bruxelles il 16 e 17 dicembre.
Ma l’appuntamento clou è quello previsto il 18 e il 19 ottobre con la tavola rotonda «Povertà e inclusione sociale», un incontro che riunirà decisori politici europei e nazionali, ma anche ong e soprattutto cittadini Ue in stato di povertà. «La loro partecipazione è essenziale e li vogliamo integrare come co-rapportatori del documento finale di questa Tavola». Lo rivela a Vita Julien Van Geertsom, il braccio operativo dell’azione politica della presidenza belga in ambito sociale nonché presidente di Spp Intégration Sociale. Tema centrale del Tavolo: la raccomandazione «Inclusione attiva» promossa dalla Commissione Ue nell’ottobre 2008 e basata su tre pilastri, Primo: il reddito minimo. «Prima si pensava che la povertà andasse sconfitta attraverso l’impiego. Ora il 16% dei lavoratori europei risultano poveri». Il secondo pilastro chiama in causa l’accesso al mercato del lavoro di chi fa più fatica a trovare un impiego, mentre sul terzo riposa l’accesso a servizi di qualità.
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