Non profit
I primi tre anni del centro clinico Nemo
Il presidente della Fondazione Sere, Alberto Fontana, annuncia il progetto di un ampliamento per il futuro
di Redazione
Oggi, 30 novembre, il Centro Clinico NEMO di Fondazione Serena – inaugurato all’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano nel novembre del 2007 -, compie tre anni. «Come presidente di Fondazione Serena, ente gestore di Nemo» dichiara Alberto Fontana «sono soddisfatto del lavoro svolto in questi primi tre anni di attività, poiché siamo stati in grado di realizzare al meglio tutte le attività fin qui previste nell’ambito di questo progetto. Voglio ringraziare tutti coloro che si affidano a noi per migliorare la propria salute e la qualità della propria vita e quelli che ci sostengono, permettendoci di trasformare in realtà sempre più concreta quello che fino a pochi anni fa sembrava un sogno».
«Quanta strada abbiamo percorso in questi pochi anni, ma quanta ne dovremo ancora percorrere, insieme e con speranza» afferma dal canto suo Mario Melazzini, direttore scientifico di Nemo. «Certo, ciò che facciamo è una goccia di risposte in quell’oceano di bisogni della persona con malattie neuromuscolari, però noi con tenacia e umiltà dobbiamo andare avanti. E se la ricerca rappresenta la speranza per sconfiggere le malattie neuromuscolari, un’adeguata e tempestiva presa in carico, come quella offerta a Nemo, è il primo passo per combatterle».
«In questi primi tre anni siamo riusciti a raggiungere traguardi molto importanti» spiega con soddisfazione anche Massimo Corbo, direttore clinico di Nemo. «Tra questi, il fatto di essere riusciti a caratterizzare in modo sempre più significativo proprio la presa in carico globale delle persone con malattie neuromuscolari, attraverso lo sviluppo e l’attuazione di un approccio sempre più condiviso e armonizzato da parte di tutto il personale sanitario del Centro. Lavorare in squadra richiede impegno, socialità e partecipazione d’intenti, dunque un’efficace assistenza omnicomprensiva rappresenta una conquista da raggiungersi nel tempo, come abbiamo potuto constatare dai miglioramenti di questi primi tre anni. Si tratta del concreto sviluppo degli obiettivi primari iniziali e averli già in parte realizzati ci dà molta soddisfazione e ci spinge a migliorarci».
«Non sembra vero, ma sono già passati tre anni» afferma Elena Zanella, direttore Raccolta Fondi, Comunicazione e Relazioni Esterne di Nemo. «Tre anni di lavoro intenso che va ben al di là delle aspettative iniziali e dagli ipotizzati 800 casi l’anno pensati in fase previsionale, siamo passati a circa 1.200. Tutti i dati a oggi in nostro possesso sul numero e la tipologia di coloro che afferiscono al Centro ci fanno capire che il progetto di Nemp è più che mai attuale, largamente sentito e, per questo, sostenibile e replicabile. Non ci aspettavamo una tale risposta, ma questo è quanto si sta verificando, stimolandoci a dare e fare sempre di più per i nostri pazienti e le loro famiglie, i veri protagonisti di questa avventura».
«Aver accolto la sfida della ricerca ed essere riuscito a entrare a far parte di Studi terapeutici sperimentali anche internazionali, è l’altro degli importanti traguardi raggiunti da NEMO in questi primi tre anni, che lo mette nella condizione di offrire ai propri pazienti opzioni terapeutiche all’avanguardia», aggiunge Corbo. «L’esperienza vissuta quotidianamente al Centro Clinico ci permette di affermare che inguaribile non è sinonimo di incurabile» conclude Melazzini. «Non bisogna cadere nell’errore di valutare la dignità della vita in base al criterio della funzionalità e dell’efficienza. Così, anche nel nostro lavoro quotidiano ci impegniamo perché malattia e disabilità non siano criteri di discriminazione ed emarginazione, attraverso la condivisione del percorso terapeutico, l’informazione fornita costantemente e l’attenzione per un forte rapporto medico-paziente-operatore».
E approfittando di questa importante occasione di festa, Fontana anticipa alle persone con malattie neuromuscolari, alle loro famiglie e a coloro che sostengono il Centro che «stiamo già lavorando alacremente a un progetto di ampliamento degli spazi di Nemo dedicati alle fasce di ospiti più giovani, fino ai 18 anni, in un’ottica di continuo sviluppo e ricerca volti a offrire l’accoglienza più adeguata alle specifiche esigenze di tutti coloro che si rivolgono alla nostra struttura».
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