L uigi Tenco era un ragazzo quando cantava le sue canzoni. E da ragazzo cantava, portando dentro le canzoni il disagio, gli squarci di realtà filtrati da una sensibilità acutissima. Cantava canzoni non consolatorie, percorreva il sentiero impervio di una sincerità scomoda. Addirittura fastidiosa per molti, in anni in cui di “giovani” ancora quasi non si parlava. È giusto quindi che sul palco del Premio Tenco salgano dei ragazzi, che come lui percorrono quei sentieri. Ne segnalo due dal cast di quest’anno. Le Luci della centrale elettrica (vincitore della Targa Tenco per l’opera prima, Canzoni da spiaggia deturpata ), che poi non è altri che Vasco Brondi, 24 anni, di Ferrara. Ed Ettore Giuradei, 27 anni, di Brescia, al suo secondo album con Era che così . Brondi canta (anzi, spesso grida) parole visionarie e violente, accompagnato da chitarra e poco altro, procede per flash di strepitosa efficacia. Ettore ha una vena più surreale ed ironica, che sul palco diventa anche una sorprendente presenza scenica. Talento, rabbia, disagio trasformato in canzoni. Una storia che continua, «lontano, lontano nel tempo».
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