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I saveriani: accuse false su di noi

Ma il Corriere non riprende la loro versione dei fatti

di Redazione

«È il solito vizio di un cattivo modo di fare giornalismo, purtroppo molto presente in Italia. Si spara una notizia a tutta pagina e quando poi salta fuori che probabilmente non è vera si fa finta di niente. È quanto sta facendo non un piccolo giornale di provincia, ma il Corriere della Sera rispetto alla vicenda dei due missionari italiani che sarebbero citati in un rapporto dell’Onu come complici dei guerriglieri dell’Fdlr».

Il sito Missionline pubblica una serie di notizie che smentiscono le accuse a due missionari italiani e a un prete ruandese contenute in un rapporto di esperti nominati dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, del quale il Corriere ha dato notizia il 26 novembre. Una «notizia sparata a tutta pagina e a tutt’oggi senza alcuno spazio per le risposte giunte dal mondo missionario a un accusa così pesante. Un comportamento che rattrista ancora di più, se si pensa che riguarda un conflitto dimenticato come quello che insanguina il Kivu» si legge su Missionline. «Poteva essere l’occasione per un approfondimento serio su questa situazione, dove in realtà non mancano complicità provate e molto più imbarazzanti. Invece si è preferito puntare tutto sulla strada più facile: quella delle accuse – tutte da provare – a due missionari».

I missionari saveriani hanno diffuso una nota in cui sono chiarite nel dettaglio le posizioni di padre Pier Giorgio Lanaro e padre Franco Bordignon, accusati nel rapporto di aver deviato fondi raccolti in Europa verso i combattenti dell’Fdlr (Fronte Democratico per la Liberazione del Ruanda). Clicca QUI per leggere la loro dichiarazione. Eppure la loro versione dei fatti non è stata ripresa dai media che hanno rilanciato le accuse.

«Che la missione Onu per il Congo (Monuc) sia stata un fallimento ora lo ammette anche l’Onu stesso. Ma arrivare ad accusare dei missionari di complicità con i ribelli – come rilancia con grande enfasi il sito www.corriere.it, dopochè l’articolo è comparso sul Corriere della sera  in questo articolo – significa in dieci anni non averci capito proprio niente. Perché quelli dell’Onu, al contrario dei missionari, non ci sono mai stati veramente dentro il caos del Congo, salvo farsi beccare in traffici di materie prime e armi» scrive Missionline.

Padre Franco lo conoscono tutti nel Sud Kivu. Lo conoscono per essere uno dei leader più attivi e credibili della società civile. Di quelli che sanno leggere la complessità delle cose e che è capace di distinguere in una terra dove è difficile dire cosa è bianco e cosa è nero. Le stesse Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr), di cui i missionari sarebbero complici, sono oggi una realtà estremamente complessa, in cui si mischiano agli ex responsabili del genocidio ruandese, molti giovani nati e cresciuti in Congo, donne e bambini, intere famiglie che da quindici anni vivono – spesso in condizioni penose – nell’est del Congo, lontane dai loro luoghi di origine. È vero, i missionari aiutano anche queste famiglie, aiutano queste donne e i loro figli, e può essere che abbiano curato anche dei miliziani malati o feriti. Così come lo hanno fatto con i militari dell’esercito, spesso loro stessi responsabili di atrocità contro i loro concittadini, o con i guerrieri mayi mayi, che non sono proprio dei gentlemen, anzi… Quando qualcuno si affaccia alla porta di un dispensario, specialmente in una situazione di violenza e degrado come quella del Kivu, missionari e missionarie non chiedono certo le carte d’identità (che peraltro non esistono!) e non fanno il terzo grado: curano, assistono, aiutano chi ne ha bisogno.

La Rete pace per il Congo ha diffuso un’altra nota che entra nel dettaglio del Rapporto Onu, mettendo in evidanza anche le parti in cui va a toccare realmente questioni scomode. Per leggere clicca QUI.

Per approfondire leggi QUI l’anticipazione di un servizio di 16 pagine a firma di Anna Pozzi che spiega il contesto in cui sarebbero maturati i fatti di cui si parla nell’articolo apparso sul sito del Corriere.

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