Virus. I pediatri italiani rivolgono un appello alle autorità scolastiche: non aprite le scuole. Il motivo? L’influenza A, diventata epidemia mondiale da almeno cinque mesi. E in effetti in giro per il mondo non si scherza: a Mumbay hanno chiuso le scuole in apertura di anno scolastico, in Spagna molti girano con la mascherina. Negli Usa c’è allarme rosso ed è stato deciso di chiudere gli istituti scolastici per una quarantena dopo i primissimi casi. E i vaccini? In Italia – come sospettare il contrario – il generale agosto e le lunghissime ferie ci hanno fregato anche questa volta. Siamo indietro, terribilmente indietro con le scorte giuste e il vaccino è promesso, ad oggi, a fine novembre. Il che è una mezza presa in giro. All’ospedale San Gerardo di Monza ha preoccupato il caso di un 24enne, portato in coma farmacologico dopo complicazioni polmonari in seguito all’influenza A. Caso limite, che ha confermato i peggiori sospetti: il virus colpisce le persone nel pieno del loro sviluppo e non gli anziani o i bambini. Ci aspetta un rientro intossicato.
Veleni. Non solo in senso clinico o epidemiologico. Vale anche la metafora. Dopo Ferragosto, il ritorno trionfale di Vittorio Feltri alla guida del Giornale ha coinciso con una ventata di giornalismo d’inchiesta. Si diceva una volta, vecchio stile. Feltri, da vero fuoriclasse, ha puntato i riflettori dei suoi cronisti nell’ordine: sull’eredità contesa fra gli eredi di Giovanni Agnelli (con scandalosa evasione fiscale su cui indagano gli 007 delle Finanze); sull’acquisto di un appartamento ai Parioli del direttore di Repubblica, Ezio Mauro; sulla condanna penale patteggiata per il reato di molestie subita dall’attuale direttore di Avvenire, Dino Boffo. Ce n’è abbastanza per mettere a soqquadro il fragile mondo del moralismo italiano su carta stampata. C’è chi vorrebbe mettere ora il bavaglio alla libera stampa di Feltri (come prima di Repubblica) ma finché ci sarà libertà di opinione e di espressione in Italia ci saranno sempre notizie. Da una parte e dall’altra. Quanto alle gerarchie ecclesiastiche, vale la frase evangelica: meglio sarebbe gettarsi nel fiume con una pietra al collo che dare scandalo a uno di questi piccoli.
Verità. Ma oltre ai virus e ai veleni, ci sarà spazio per la verità? Per quella processuale, almeno? Le ultime indiscrezioni sulla superperizia su Alberto Stasi e il caso Garlasco fanno riflettere. E se davvero il fidanzato non avesse ucciso Chiara Poggi? Cosa ci dice davvero il computer di Alberto? Quali erano paure e ossessioni della ragazza morta? Forse la verità non si saprà mai. O forse sì.
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