U n tuffo nel 2009, l’anno che verrà sarà migliore di quello che abbiamo vissuto. Ne sono certo. Già lo vedo. Le nubi si diraderanno, e improvvisamente scopriremo la Terra promessa. I bambini disabili andranno a scuola e troveranno un insegnante di sostegno preparato, competente e amico, affiatato con l’insegnante di ruolo, unico, prevalente, immanente.
Quelli più grandicelli troveranno lavoro, perché le aziende, nel pieno della crisi economica planetaria, riscopriranno il valore della solidarietà e apriranno le porte ai più deboli, la smetteranno di pagare le multe piuttosto che assumere un lavoratore disabile, e anzi, cercheranno nuove opportunità per tutti, non vedenti, paraplegici, disabili mentali, e scopriranno, finalmente, che le nuove catene di montaggio, quelle dei lavori di servizio, possono essere più dolci e umane, e non per questo meno efficienti.
I disabili adulti poi si faranno una famiglia libera e autonoma, potranno scegliere la loro abitazione senza barriere, in quartieri facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici, e specialmente le donne con disabilità non saranno più doppiamente discriminate, ma anzi troveranno servizi sociali moderni e amichevoli, che risolveranno le difficoltà della vita quotidiana.
I genitori, dopo una vita faticosa e piena di ansia, avranno finalmente la risposta giusta per il “dopo di noi”, grazie alle erogazioni di fondazioni che eviteranno l’incubo di un ricovero in istituto o la ricerca affannosa di una badante della quale potersi fidare.
I partiti politici sceglieranno esperti competenti e disinteressati per occuparsi dei temi che stanno a cuore alle associazioni delle persone con disabilità, che finalmente troveranno ascolto, senza dover bussare come questuanti.
Sarà un anno bellissimo, lo vedo già. Quale anno? Il 2009? Chissà.
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