Non profit

Il buon donatore non si vede dal portafoglio

Attenzione alle facili impressioni

di Redazione

Trovare grandi donatori è un processo su cui spesso c’è molta confusione, perché le persone pensano semplicemente che significhi trovare qualcuno ricco, cosa che può essere importante ma, in realtà, il primo passo da fare consiste nel capire chi sostiene già l’organizzazione: cercare insomma fra i consiglieri di amministrazione, i soci, i volontari e il personale retribuito. La seconda cosa che faccio di solito è concentrarmi sulla mission, concentrarmi sulle cose a cui l’organizzazione mira dal punto di vista strategico, e sulle persone che, qualora non sostengano già l’organizzazione, potrebbero farlo in quanto hanno già una qualche affinità con la mission.
Ovviamente non vado a caso. Nessun fundraiser professionista lo fa. In realtà molti consiglieri o dirigenti potrebbero arrivare e dire: «Ehi, ho incontrato un tizio ieri sera che conosce Tronchetti Provera, perché lavora per un fornitore della Pirelli e vattelapesca …«. Io risponderei: «Interessante, ma, senza voler essere scortese, io non voglio andare a cercare persone che hanno i soldi e vattelapesca. Voglio innanzitutto trovare persone che abbiano un interesse, un’affinità con l’organizzazione e poi lavorarci su».
La terza cosa che faccio è parlare chiaro a tutti i membri dell’organizzazione dicendo: «Ok, allora abbiamo intenzione di trovare nuove vie per aumentare le donazioni e per acquisire nuovi donatori. Avete idee?». Di solito arrivano suggerimenti da parte di amici sul sito web dell’associazione, oppure attraverso incontri in casa di conoscenti in modo da poter prendere contatto con la loro sfera di amici o ancora attraverso incontri pubblici su argomenti prossimi alla nostra mission. In queste occasioni occorre far emergere una forte attrazione verso qualcosa di avvincente. Una causa avvincente da presentare a potenziali donatori.

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