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Il Caf Acli twitta con MyCaf L’assistenza fiscale si fa social

di Redazione

Online da pochi giorni la versione 2.0 di MyCaf.it, il portale di servizi fiscali e informazione del Caf Acli ha oltrepassato, in meno di due settimane, gli 11mila visitatori unici «e senza aver ancora fatto alcuna campagna web o promozione, sono persone che sono arrivate dai siti di ricerca», dice soddisfatto Michele Mariotto, vicepresidente nazionale di Caf Acli.
Il progetto online del Caf Acli nasce due anni fa per dare ulteriori servizi agli utenti assistiti ogni anno in oltre mille uffici aperti in tutta Italia. «Volevamo dare informazioni online anche ai navigatori della rete. Il primo passo è stato quello di aprire un’area riservata. Oggi quest’area è stata implementata con un archivio digitale dove l’utente registrato (ad oggi quasi 80mila) trova la propria documentazione storica e diverse opportunità», spiega Mariotto.
Il secondo passo è il portale 2.0. «La nostra ambizione è quella di offrire informazioni con un linguaggio molto semplice e tuttavia professionale, riuscendo a creare un’interlocuzione tra noi e l’utente e allo stesso tempo favorire il dialogo sui social network», continua Mariotto. Il Caf della Acli è il primo, infatti, ad approdare con un profilo su Twitter, Facebook, Google+, LinkedIn e YouTube. Ma c’è un aspetto che l’apertura del portale non vuole cancellare: il rapporto fisico con gli utenti, «un patrimonio di relazioni e presenza sul territorio che anzi valorizzeremo», sottolinea Mariotto. «Nell’area “chiedi ai Caf Acli” ai quesiti specifici risponderanno i direttori delle sedi provinciali per non dare risposte generiche, ma calate nelle singole realtà locali. Per noi la rete di operatori sul territorio è un valore aggiunto fatto di rapporti personali».
La novità è un servizio pensato per gli italiani all’estero che devono pagare l’Imu :«La nostra rete fuori Italia non è così capillare, dal portale invece si potranno fare anche i pagamenti», conclude Mariotto che annuncia l’imminente traduzione in inglese, francese, tedesco e spagnolo dell’area pubblica, mentre per l’area riservata c’è anche lo sloveno.