Non profit

Il caro cibo, vera minaccia mondiale

Se schizzano i prezzi delle commodities

di Redazione

Negli ultimi dodici mesi il prezzo del cotone è salito del 170%, il petrolio del 40% e molti beni alimentari hanno visto aumenti a due cifre. Questo vuol dire che i vestiti, la benzina e il cibo costeranno di più nei prossimi mesi.
Wal-Mart con oltre due milioni di dipendenti sparsi in migliaia di supermercati, ipermercati e discount, è il più grande rivenditore al dettaglio al mondo con un fatturato di oltre 400 miliardi di dollari. Il suo capo operativo, Bill Simon, ha lanciato l’allarme per l’ondata di inflazione che a breve colpirà i consumatori. In una intervista ha spiegato che nonostante i tentativi di tagliare i costi ad ogni livello, gli aumenti dei prezzi saranno inevitabili.
La mancanza di terreni agricoli e il rialzo dei costi dei fertilizzanti porteranno i produttori nell’impossibilità di tenere il passo con l’aumento della domanda. Alcuni analisti che operano sulle commodities sostengono che i prezzi del caffè, zucchero e cacao potranno salire da 5 a 10 volte nei prossimi cinque anni. Detto così sembra una pazzia. Andando a vedere i prezzi storici rileviamo che il caffè nel 2005 quotava 60 e oggi è a 300, il cacao da 1500 a 3500, lo zucchero da 8 a 35 ed il cotone da 40 a 220. Quindi le previsioni non sono poi così azzardate anche perché devono fare i conti con la meteorologia. Lo stesso discorso vale per grano, mais, soia e riso, anche se sono aumentati in misura minore. Ma c’è chi vede nell’inflazione alimentare la prossima crisi finanziaria.
Il tema sta assumendo sempre maggior importanza anche tra i membri delle banche centrali che cominciano a pensare di ritoccare i tassi di interesse. L’inflazione in Inghilterra è salita al 4,5% mentre in Europa il mese di marzo ha registrato il maggior rincaro degli ultimi due anni. Le famiglie saranno costrette dall’aumento dei prezzi ad una riduzione della qualità dei beni. La frugalità può essere una buona cosa ma solo quando è per scelta e non quando viene imposta a seguito di una politica rovinosa delle banche centrali.

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