Volontariato
Il cinico non è adatto a questo mestiere
Il mio Kapuscinski preferito: Il coraggio di un giornalismo di parte, di Daniele Scaglione
di Redazione
«Questa gente non si ribellerà mai. Così ha bisogno di qualcuno che parli per lei. Questo è uno degli obblighi morali che abbiamo quando scriviamo di questa infelice parte della famiglia umana. Perché sono tutti nostri fratelli e sorelle. Ma sfortunatamente sono fratelli e sorelle poveri. Che non hanno voce». Così scriveva Ryszard Kapuscinski nel suo libro sul giornalismo, Il cinico non è adatto a questo mestiere. La possibilità di un giornalismo neutrale, oggettivo e obiettivo è una delle frottole più intriganti tra quelle che circolano sul mondo dell?informazione.
Il problema non è solamente quello di chi mette i soldi per stampare un giornale o mandare in onda un programma. All?origine di tutto c?è la scelta che fa il giornalista – ogni giornalista – di voler approfondire un argomento piuttosto che un altro o, se l?argomento gli viene imposto, di usare certe fonti e non altre, o ancora di verificare e controllare sino alla nausea quello che ha scritto. Da qualunque parte lo si guardi, il lavoro del giornalista consiste nel prendere parte.
Kapuscinski ha scelto la parte in cui stare. Ha scelto di schierarsi con i poveri, lui che la povertà l?ha vissuta anche quando ormai era già un inviato affermato: «Volevo vedere l?Africa, ne ammiravo la bellezza: sono stato costretto a lavorarci per avere la possibilità di conoscerla. Non potevo permettermi viaggi in Africa».
Nel suo prendere parte, Ryszard Kapuscinski non si è limitato a scegliere che cosa raccontare. Ha anche provato a spiegarlo. Un vero e proprio sacrilegio agli occhi di chi dice che il buon giornalista si deve limitare a riportare i fatti. Eppure secondo Kapuscinski in questo vi è un discrimine fondamentale: «Il buono e il cattivo giornalismo si distinguono facilmente: nel buon giornalismo, oltre alla descrizione di un evento, avete anche la spiegazione del perché è accaduto; nel cattivo giornalismo c?è invece la sola descrizione, senza alcuna connessione o riferimento al fatto storico».
Capire quello che ci accade intorno è una nostra grande urgenza. Senza Kapuscinski sarà un po? più difficile.
Il cinico non è adatto a questo mestiere
Edizioni e/o, 2002
132 pagine, euro 7