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Il destino di Vli, bambino al bivio

Adozioni/ Un film sul tema sta scuotendo l’America. Si intitola 'The Italian', di Irma Prestigiacomo

di Redazione

Inaspettatamente è piena la piccola sala del Quaid, vecchio cinema di Manhattan. Per tutta la durata del film gli spettatori si dimostreranno empatici e coinvolti, trasportati dalle scene più forti e commossi dalle toccanti musiche del film.

Nulla è lasciato all?immaginazione, in The Italian. Il dolore e il vuoto dell?abbandono traboccano dai volti, dai dialoghi, dalle musiche, da ogni azione di ogni personaggio. La storia è tratta da un fatto reale avvenuto in Russia, un bambino ospitato in uno dei numerosissimi istituti del Paese scappa per tentare di ritrovare la madre.

Nel film Vladimir, soprannominato Vli, è un bambino di sei anni, che si trova in un istituto perso nelle lande desolate della steppa ghiacciata. La sua vita scorre incatenata alle leggi che regolano ufficiosamente la struttura: il più forte prevale, in un meccanismo di alleanze e sfruttamento, rivoluzionari e rischiosi gesti di solidarietà e l?indifferenza ipocrita degli adulti. I bambini dell?istituto sognano un?altra vita: i più grandi non hanno illusioni ma i più piccoli si aggrappano alle speranze che la direttrice – ?Madam? – dà loro ogni volta che fa visita all?istituto. Lei arriva con un dossier in mano, tutti sanno che lì dentro c?è il nome del fortunato che potrà andare in adozione. E adozione vuol dire casa, sole, cibo buono e due genitori.

Vli questa volta è il prescelto. È spiazzato, felice, impaurito, timido, curioso. Ma qualcosa accade. Vli incontra la madre disperata di un bambino ormai dato in adozione e questo risveglia in lui vecchi sogni e nuovi dubbi. Forse anche sua madre lo sta cercando. Il viaggio che Vladimir inizia è un percorso crudele e straordinario nelle barbarie e nelle bellezze del mondo. Simbolicamente è la ricerca della verità a tutti i costi, verità che ai bambini viene troppo spesso negata.

L?ignoranza totale in cui i bambini vengono lasciati, abbandonati una seconda volta da uno Stato che dovrebbe tutelarli, e la superficialità con la quale vengono trattate le loro storie emergono con clamore e chiarezza.

Negli istituti i bambini vengono spesso dimenticati e le loro storie archiviate senza un reale interessamento. Loro stessi non conoscono i motivi per i quali si trovano lì, non hanno coscienza dei propri diritti, primo fra tutti quello a una famiglia: diritto sancito da convenzioni internazionali e leggi, ma troppo spesso ignorato.

La superficialità e l?indifferenza con le quali vengono ?risolte? le vite di questi bambini svilisce l?importanza del gesto adottivo, del gesto dell?accoglienza, uccidendolo dentro il meccanismo del profitto. Le immagini scorrono, l?assurdità del dolore e del vuoto di cui le vite dei bambini abbandonati sono fatte parla alle nostre coscienze, ci costringe all?ascolto, ci obbliga a chiederci: «Quanti Vli ci sono nel mondo?».

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