Non profit
Il dividendo non crea valore, La buona gestione sì
Intervista a Marco Vitale: «Un fatto molto innovativo»
di Redazione

«È una scelta che segna
un ritorno alle origini
della grande finanza italiana dei secoli scorsi: enti che sono diventati grandi proprio perché non distribuivano dividendi»
Economista d’impresa, dal marzo scorso presidente del Fondo italiano d’investimento nelle piccole e medie imprese, Marco Vitale aveva commentato la notizia della quotazione del Gruppo Vita con un articolo su Il Corriere della sera dal titolo esplicito «Borsa e non profit, la buona alleanza». Siamo tornati da lui alla vigilia dell’inizio delle negoziazioni del titolo Vita in Piazza degli Affari.
Vita: Cosa segna questa quotazione anomala?
Marco Vitale: Questa quotazione segna un momento molto innovativo rispetto all’approccio borsistico che abbiamo, ma segna anche un ritorno alle origini della grande finanza italiana dei secoli scorsi, che era caratterizzata da grandi enti che non distribuivano mai dividendi. Per questo sono diventati grandi, come tutte le nostre banche nate tra il 1300 e 1400 e che non hanno mai distribuito dividendi fino a quando sciaguratamente le abbiamo trasformate in Spa.
Vita: Perché investire allora?
Vitale: Il motivo è duplice: il primo è perchè se l’impresa è sana e ben gestita, che distribuisca dividendi o meno non importa, importa l’accrescimento del suo valore e, quindi, probabilmente, del suo titolo. Non è la distribuzione del dividendo che crea valore ma la gestione dell’impresa, la buona gestione. La seconda è una motivazione civile. È l’interesse a partecipare ad un’impresa che ha la finalità di arricchire la vita della città e della collettività. Questi due momenti, il civile e la crescita economica, dobbiamo ricomporli. I nostri modelli devono smettere di esseri quelli americani che hanno creato questa scomposizione.
Vita: Sintetizzando…
Vitale: Per sintetizzare conviene investire in questo progetto per partecipare alla crescita patrimoniale che Vita ha nei suoi obiettivi per esplicitare meglio la sua missione informativa e progettuale, ma anche per fruire ed essere beneficiari di un dividendo sociale che si ha in quanto Vita, con il suo modo di fare informazione e battaglie civili, è agente di cambiamento positivo.
Vita: Ma che un’esperienza generata dal non profit cerchi soldi nel tempio del profitto non è un controsenso?
Vitale: No. Il binomio Vita-Borsa non è eccentrico, anzi. Chi investirà nel settimanale sa benissimo che non ci sarà distribuzione di dividendi. Non c’è trucco né inganno. Il trucco vero lo fanno quelli che dicono di distribuire dividendi e poi distribuiscono bufale e disastri.
Vita: Questa quotazione cosa può insegnare?
Vitale: Penso che questa iniziativa ci insegni che la ricostruzione della vita sociale ed economica passa attraverso una ripresa di attività che ha una forte componente pubblica civile. È qui che si creano il nuovo sviluppo, la nuova occupazione e le nuove opportunità. Questa spinta, questo mondo, se sa attingere alle fonti di capitale, che sono necessarie e sempre indispensabili, può dare un impulso all’economia nuovo e molto forte.
Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?
Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it