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Il Fai riscopre l’Arte povera

di Redazione

L’Arte povera, movimento artistico italiano riconosciuto a livello internazionale come uno dei più importanti nelle avanguardie del XX secolo, verrà indagato attraverso i suoi protagonisti nelle sale di Villa Panza, la stupenda residenza del collezionista Giuseppe Panza, da qualche anno in gestione al Fai. Il termine “arte povera” compare negli anni 60 per definire la tendenza propria di alcuni artisti italiani, ma anche stranieri, ad ampliare il campo dei linguaggi espressivi, adottando materiali inconsueti. I mezzi espressivi tradizionali – pittura e scultura – vengono sostituiti da nuove forme e modalità di espressione che si servono di materiali comunemente “non artistici”, “poveri”. L’Arte povera torna protagonista grazie al Fai, che gestisce questo “tempio” dell’arte contemporanea in Italia. Nello scenario straordinario e carico di mille suggestioni di Villa Panza si possono vedere alcune opere celebri, come le installazioni composte con legni di recupero, ferro e carbone di Jannis Kounellis, gli igloo di fascine, vetro e neon di Mario Merz, l’Orchestra di stracci di Michelangelo Pistoletto. La mostra si snoda, oltre che nelle Scuderie, anche in alcune sale della Villa, creando un innovativo dialogo con le opere della collezione Panza. Esposizione a cura di Gabriella Belli, direttore del Mart di Rovereto, da cui vengono le opere, e di Anna Bernardini, responsabile scientifico di Fai Villa e Collezione Panza.
Fino al 28 marzo 2010 – www.fondoambiente.it

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