Dal 2008 il nostro Paese vive in uno stato di crisi economica e non registra segnali di risalita. In questa situazione, che sta diventando drammatica, ed è l’effetto perverso di questo modello di economia e di finanza, il Governo deve trovare il coraggio di attuare riforme strutturali volte a rilanciare il futuro del Paese.
Questa manovra è invece un ennesimo tentativo emergenziale per coprire un deficit finanziario, ma continua a non intervenire sui problemi del nostro sistema economico e non fornisce contributi per l’uscita da una condizione di forte insicurezza sociale.
In un momento in cui ai cittadini viene richiesta una forte assunzione di responsabilità, i tagli lineari vanno a colpire in maniera indifferenziata, penalizzando in particolare i più deboli che si trovano a pagare le conseguenze più gravi di questa crisi. La forbice sociale sta aumentando, anziché diminuire. E la coesione sociale del nostro Paese sta per saltare, mentre la dialettica politica di maggioranza ed opposizione sembra non tener conto del bene del nostro Paese
È in un momento come questo, invece, che il Paese deve ricevere segnali di rassicurazione e azioni di sostegno reale per quanti stanno subendo gli effetti più pesanti della crisi e in modo particolare il ruolo delle organizzazioni sociali del terzo settore deve essere supportato.
Il Forum del Terzo Settore lancia un appello alle altre parti sociali perché condividano un percorso comune e chiede al Governo che quanto prima venga convocato un tavolo di confronto per affrontare insieme gli effetti della manovra. Crediamo che i costi della manovra debbano essere sostenuti da chi ha maggiormente guadagnato dalla rendita finanziaria, attraverso la ridefinizione del modello di Difesa, e quindi una contrazione delle spese militari, un’azione decisa di contrasto all’evasione fiscale, una razionalizzazione dei costi del sistema istituzionale.
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