«Incentivi per chi è utile, disincentivi per chi danneggia». E ancora: «Sostegno alle cooperative e alla produzione locale, il futuro è il non profit». Parola di Beppe Grillo. Nel giorno della nascita della sua formazione politica battezzata semplicemente «Movimento a cinque stelle», si è presentato nella veste di novello alfiere dell’economia sociale. Mentre illustrava le sette “proposte” del programma – ognuna votabile in Rete, niente tessere né sezioni, «queste sono primarie» – scorrevano sul maxischermo i nomi delle «migliaia di associazioni non profit» nel mondo. «Siamo il più grande gruppo nella storia dell’umanità e ci stiamo muovendo senza un leader». One man show applauditissimo tra duemila spettatori-sostenitori al Teatro Smeraldo di Milano, domenica 4 ottobre. In platea, anche la coppia Celentano-Mori, Luigi De Magistris, Massimo Fini, Petra Reski, e il prete “rivoluzionario” Paolo Farinella. Il Movimento, già presente con le liste civiche in 30 città, si candiderà alle regionali di Piemonte, Emilia Romagna e forse Campania. Nessuna «discesa in campo» in prima persona, almeno per ora.
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