Welfare

Il grande flop del Plan Mérida voluto da George Bush

Il 70% delle vittime delle violenze sono civili innocenti

di Redazione

Sin dal primo giorno del suo mandato – e alla ricerca di un qualcosa in grado di far dimenticare il sospetto di frode nelle elezioni in cui il favorito López Obrador venne “sconfitto” – il presidente messicano Felipe Calderón ha mobilitato forze dell’ordine ed esercito nella cosiddetta “guerra alla droga”. Il sostegno finanziario a questa enorme operazione di marketing arrivava da George W. Bush e fu battezzato “Plan Mérida”. Per Bush jr la giustificazione, sul fronte interno, per la partnership era che il 90% della coca venduta negli Stati Uniti entrava dal confine messicano. George W. Bush si dimenticava però un altro dato fondamentale: il 90% delle armi e il 100% delle munizioni usate dai cartelli della droga per massacrare la popolazione erano state acquistate negli Usa e passavano dallo stesso confine. Cocaina in cambio di armi, è questo il micidiale trade off commerciale che ha reso totalmente inutile il Plan Mérida.
Il grande sponsor di Calderón ha lasciato la Casa Bianca ed è tornato in Texas, ma oggi deve avere la coscienza pesante se pensa che il 70% delle vittime della “guerra alla droga” messicana sono civili innocenti, senza alcuna connessione con i cartelli e il narcotraffico. Calderón, quando iniziò la sua “guerra alla droga, arrivò ad ottenere il sostegno del 70% della popolazione e, secondo gli analisti, proprio grazie a questa strategia muscolare si legittimò alla presidenza. Oggi la società civile messicana si rende conto che la violenza è cresciuta in progressione geometrica proprio a causa della “guerra alla droga” di Calderón. Sì, di Calderon, come dice oggi a gran voce l’80% della popolazione. Perché è chiaro a tutti oramai che la “guerra alla droga” è di Calderón e non dei cittadini. Negli ultimi giorni, in Messico ci sono stati centinaia di morti. Per diffondere la paura, ora i narcos tagliano teste e le gettano sulle strade. L’ennesima dimostrazione che oggi la “guerra alla droga” iniziata nel 2006 dalla coppia Calderón-Bush la stanno vincendo i cartelli. Che sono sempre più forti.

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