Non profit
Il lavoro ai disabili prende quota
Prende il nome da Nemastè, il saluto himalayano, il progetto-pilota di Anmil
di Redazione

Il nome è preso in prestito dal saluto che si scambiano i camminatori sui sentieri dell’Himalaya. Semplice come un “ciao”, la parola “Namastè” è un messaggio di fratellanza e di pace con un significato profondo: «onoro lo spirito che è in te e anche in me». A questo particolare saluto si ispira anche il titolo del progetto di sensibilizzazione curato dall’Anmil – Associazione nazionale fra mutilati e invalidi del lavoro onlus) per la riqualificazione e l’inserimento lavorativo dei disabili.
«Il nostro primo obiettivo è sviluppare percorsi per chi da anni figura nelle liste protette con lo stato di “disoccupato di lunga durata” e senza alcuna possibilità di mettersi in gioco per acquisire professionalità», spiega Claudio Messori, direttore dell’Agenzia per il Lavoro di Anmil e autore, con il sociologo Alessandro Silvagna, del libro Namastè, un augurio per un collocamento mirato, mediato e condiviso dei disabili deboli. «Il progetto, durato sei mesi e finanziato con 20mila euro dalla Provincia di Milano, è frutto di un lavoro di ricerca sulle possibilità di utilizzo dell’articolo 14 della legge 276/2003 per l’inserimento lavorativo di disabili nelle cooperative di tipo B a fronte di commesse di lavoro da parte delle aziende», continua Messori. «La sfida è poter attivare in maniera costruttiva e permanente l’utilizzo di questo articolo per l’inclusione dei soggetti più deboli che altrimenti resterebbero a vita solo nelle graduatorie. E l’altro aspetto che ci sta a cuore riguarda la possibilità di sperimentare queste opportunità anche con gli enti pubblici».
«Con il progetto Namastè ci proponiamo di diventare il volano per riattivare i percorsi di inclusione e garantire ai disabili una progressiva realizzazione di sé», conclude Messori. I primi risultati non mancano, come la cooperativa “Anni Versati” del Consorzio sociale Light che ha aperto la polpetteria Ciccilla dando lavoro a tre disabili “deboli”. O come “Ricomincio da cinque” Ca’ Granda che dal gennaio di quest’anno ha attivato 11 tirocinii in sette realtà aziendali per attività relative alla manutenzione del verde, al settore logistico alberghiero e alla ristorazione collettiva.
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