Non profit

Il lavoro nel non profit? Poco remunerativo e temporaneo

Forte turnover, basse retribuzioni e difficoltà a trattenere i giovani professionisti. Lo dice la ricerca Sodalitas

di Redazione

Si è svolta sabato 23 ottobre la Quinta Conferenza Nazionale della Donazione  dal titolo “Terzo settore: un mondo del lavoro dimenticato?”, promossa dall’Istituto Italiano della Donazione (IID), durante la quale si è cercato di delineare l’attuale situazione del lavoro all’interno del settore non profit italiano.
 
La conferenza si è aperta con il saluto della presidente IID, Maria Guidotti che ha poi passato la parola a Giovanni Medi, resp.le ORUNP – Osservatorio sulle risorse umane nel Non Profit di Fondazione Sodalitas per la presentazione dei risultati di due diversi approfondimenti realizzati dall’Osservatorio: l’Indagine sulle prassi gestionali e retributive nel non profit e la Ricerca-azione sulle leve motivazionali nel non profit.

Le indagini, condotte su un campione di  75 organizzazioni (43% associazioni, l’11% fondazioni, il 16% ONG, il 19% cooperative di tipo A, il 5% cooperative di tipo B ed infine il 6% consorzi di cooperative sociali), hanno messo in evidenza come il non profit sia un settore a prevalente presenza femminile con una distribuzione di addetti per età che rileva una forte concentrazione nella fascia 30-45 anni ed una elevata scolarità.
 
Le ricerche hanno poi fatto emergere come il settore non profit registri un turnover di professionisti elevato in termini assoluti e decisamente più accentuato rispetto al settore profit, fenomeno che può essere spiegato solo in parte sulla base di dinamiche specifiche del settore.
 
Passando ad analizzare gli aspetti retributivi, dal confronto con il mondo profit, le ricerche hanno inoltre evidenziato una forte sobrietà retributiva del settore non profit in termini assoluti ed una progressione retributiva fortemente piatta rispetto al mondo profit: il comparto che adotta scelte retributive più elevate è risultato essere quello delle Associazioni-Fondazioni, seguito dalle Organizzazioni Non Governative (ONG). Chiudono infine le Cooperative sociali che si collocano al di sotto della media retributiva dell’intero settore.
 
Per concludere, dalle indagini è emersa chiara la tendenza del settore non profit a dedicare un’attenzione significativa alla dimensione valoriale e di missione (identità e coinvolgimento), al benessere dei collaboratori (qualità del lavoro) e all’equilibrio vita-lavoro (conciliazione). Meno presidiate sono invece risultate le aree legate allo sviluppo (crescita professionale, qualità dei leader) ed alla compensation (riconoscimenti-equità retributiva).
 
Sulla scia dei dati presentati Elio Silva, caporedattore ed inviato speciale del Sole 24 Ore ha intervistato Rita Ghedini, membro della Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato, la quale ha messo in luce come il valore del lavoro e la professionalità dei lavoratori si riflettono immediatamente sulla qualità dell’offerta e del servizio prestato. Pertanto, la qualificazione permanente della forza lavoro del settore è fondamentale non solo per ridurre il turnover dei professionisti ma per garantire una qualità dei servizi offerti sempre più alta.
 
A seguire, Giorgio Brunello, presidente Altraimpresa Venezia, Gian Paolo Gualaccini, membro del Coordinamento del Forum Nazionale del Terzo Settore e Pietro Nibbi, direttore generale Oxfam Italia hanno dato vita ad una nutrita tavola rotonda moderata da Alessandro Beda, consigliere d’indirizzo della Fondazione Sodalitas.
 
Nel corso del proprio intervento, Giorgio Brunello ha affermato che le dinamiche lavorative valide per il mondo profit non sono molto diverse da quelle del non profit e che il settore non profit rappresenta senz’altro un eccezionale luogo di incubazione per i giovani che si avviano all’attività lavorativa.
 
A seguire, Gian Paolo Gualaccini ha ricordato l’importanza ed il valore del lavoro non retribuito per l’intero Terzo settore sottolineando come il lavoro volontario che ogni giorno viene svolto all’interno delle organizzazioni non profit debba essere correttamente valorizzato poiché va a sommarsi all’impegno dei professionisti retribuiti nel favorire il raggiungimento degli obiettivi dell’Organizzazione non profit.
 
Infine, Pietro Nibbi ha chiuso la tavola rotonda andando a spiegare le decisioni e le iniziative che all’interno di una grande Organizzazione non profit come Oxfam Italia sono state prese in questi anni per favorire la crescita dei dipendenti ed evitare la perdita dei propri professionisti eccellenti e l’instaurarsi del turnover negativo già evidenziato dalle rilevazioni e dai dati dell’ORUNP.
 
La Conferenza si è poi conclusa con l’intervento della Presidente IID, Maria Guidotti, che ha salutato gli intervenuti affermando che “L’Istituto Italiano della Donazione nel 2010 ha festeggiato il suo quinto anno di attività ed il raggiungimento del suo 56° Socio Aderente ma vive questo momento non come un punto di arrivo bensì di ripartenza. L’Istituto infatti si apre al futuro consolidando gli impegni e le attività già intraprese e rivolgendo l’attenzione a nuove sfide ed iniziative nell’ottica di crescita continua che lo ha sempre contraddistinto”.
 
Nel corso della Conferenza sono stati consegnati gli attestati a quattro Organizzazioni Non Profit entrate a far parte della compagine sociale dell’Istituto: Assefa Italia ONG, CBM Italia onlus, Fondo Edo Tempia  e Fondazione Edo ed Elvo Tempia Valenta per la lotta contro i tumori.

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