Non profit

Il merito non è solo il 100 e lode

di Redazione

Il Tfa ? Tirocinio formativo attivo, ma non solo. Nell’agenda di lavoro del sottosegretario Elena Ugolini ci sono anche il completamento del sistema nazionale di valutazione («senza di cui l’autonomia diventa autoreferenzialità», precisa) e il potenziamento della filiera dell’istruzione tecnica, professionale, dell’apprendistato e dell’istruzione tecnica superiore.
Restiamo al Tfa?
È qualcosa che rimette in moto tutto il mondo della scuola.
È servito un compromesso, sono stati fatti dei tagli?
No, i posti sono gli stessi contenuti nel decreto firmato dal ministro Gelmini a inizio novembre. Per l’esattezza sono 4.275 posti per la scuola secondaria di primo grado e 15.792 per la secondaria di secondo grado.
Siamo davvero in tempo perché i Tfa partano quest’anno?
Sì, le prove di selezione si possono fare subito, prima dell’estate, e poi in accordo con le università si deciderà quando far partire i corsi. E i futuri insegnanti a settembre potranno iniziare il tirocinio nelle scuole.
La responsabile scuola del Pd sul tema del reclutamento degli insegnanti vi ha accusato di “stucchevole giovanilismo”…
Noi vogliamo far entrare in classe persone preparate e appassionate a un lavoro che richiede un’energia, una pazienza, una capacità di rapporto incredibile. Il mio problema è selezionare in base al merito in questo senso, perché il merito per un insegnante non è aver preso 110 e lode.
E cos’è?
La capacità nella disciplina che insegna e la capacità educativa. L’età non conta, ci sono bravissimi insegnanti precari che sarebbe utile far entrare subito in ruolo e ci potrebbero essere insegnanti bravissimi tra chi si è laureato negli ultimi quattro anni e non ha avuto nemmeno la possibilità di abilitarsi.
Quindi, al di là dell’età, come verranno selezionati i nuovi insegnanti?
Sicuramente in modo diverso dai concorsi che abbiamo fatto finora. E anche da un reclutamento che si costruisce solo per anzianità di servizio. La nuova formazione iniziale, con più di 400 ore di tirocinio, va in questo senso: ti do l’abilitazione dopo averti visto lavorare in classe. Questo è il vero punto discriminante: la valutazione della professionalità di un insegnante va fatta osservandolo in azione all’interno delle classi, con gli studenti. Perché un insegnante può davvero fare la differenza nella vita di migliaia di ragazzi.
Le sperimentazioni annunciate dal ministro Profumo sul reclutamento diretto, a seguito del “caso Lombardia”, vanno in questo senso?
Sulle sperimentazioni non si sa ancora nulla. Certo se la chiamata diretta è ancora la scelta di un nome all’interno di un albo, che la faccia una commissione regionale o una rete di scuole, non cambia molto. Ci vuole lo sforzo di pensare un’altra modalità di selezione. C’è la Lombardia, ma anche le altre Regioni non staranno a guardare, c’è molto movimento.

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