Non profit

Il Monti-Dracula che brutalizza il non profit

Copertina shock per il numero di novembre del mensile. Il bilancio in profondo rosso di un anno di governo Monti, che dal terzo settore, al fisco, passando per i disabili e le cooperative sociali non ha fatto altro che penalizzare il sociale.

di Redazione

Un Monti shock formato Dracula. Ecco la copertina del numero di novembre di Vita mensile in edicola. «Per il premier, il welfare è solo un costo, non un motore di sviluppo, perciò l’ha brutalizzato. L’Agenda Monti è da buttare», scrive Riccardo Bonacina nel suo durissimo editoriale che anticipa il bilancio (in profondo rosso) di un anno di governo dei tecnici. Ecco in sintesi i capi d’accusa. Il resto in edicola e nelle librerie Feltrinelli. Con i contributi di Matteo Renzi, Francesca Danese, Enrico Letta, Maurizio Lupi, Alceste Santuari, Cristiano Gori, Franco Bomprezzi, Alberto Fontana e del responsabile welfare di Anci, Lorenzo Guerini.  

I capi d’accusa del non profit al governo Monti:

 

  • TERZO SETTORE: legge sul 5 per mille rimandata all’anno prossimo, Fondi per il servizio civile ridotti all’osso, bandi per volontariato e promozione sociale mai licenziati, Chiusura dell’Agenzia del Terzo Settore e una riforma del Lavoro che produrrà nero e licenziamenti.
  • FISCO: Introduzione di una franchigia di 250 euro, al di sotto della quale non sarà possibile detrarre nulla (in media gli italiani donano 142 euro) e un tetto massimo di 3mila euro l’anno. Le stesse franchigie si applicano anche alla deducibilità. La + Dai –Versi viene così stravolta.
  • DISABILI: Il tentativo di inserire nel computo del reddito anche le indennità di accompagnamento, una riforma dle lavoro che non facilita i tassi di occupazione dei disabili, il mancato aggiornamento del nomenclatore e della dotazione dei Fondi statali
  • COOPERATIVE SOCIALI: In estate l’azzardo per fortuna non andato a buon fine di azzerare il sistema delle convenzioni, ora l’aumento dell’Iva dal 4 al 10% che significherebbe la chiusura di tantissimi servizi. E intanto il Governo si guarda bene dal restituire il debito di 6 miliardi che ha nei loro confronti.  
     

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