C’è una nuova specie non profit che si aggira per gli Stati Uniti. Non sono molti esemplari ? circa 200 ? ma sono facilmente riconoscibili: sono infatti di grandi dimensioni ? oltre i 50 milioni di dollari di giro d’affari ? e tendono a crescere sempre più velocemente. Aumentano infatti sia per numero (erano 144 nel 2003) che per taglia economica (cinque superano addirittura quota 1 miliardo di dollari).
La specie è stata rinvenuta grazie a un recente studio presentato sulla prestigiosa Stanford Social Innovation Review. L’indagine, oltre a censire gli esemplari, ne ha isolato le caratteristiche peculiari, quattro per l’esattezza. La prima: questi pesi massimi del non profit americano crescono puntando su una ben precisa forma di finanziamento. Non sono quindi organizzazioni onnivore, come quelle di piccole e medie dimensioni, ma preferiscono alimentarsi a una singola fonte, probabilmente per evitare i rischi connessi a una strategia di diversificazione. Seconda caratteristica: l’alimentazione tende a essere stabile nel corso del tempo. Attingono infatti soprattutto a risorse pubbliche: una caratteristica relativamente sorprendente considerando l’ecosistema statunitense. Terza caratteristica: riguarda i luoghi in cui pascolano le grandi non profit, ovvero i settori di attività. Circa la metà si colloca infatti in tre settori: cooperazione internazionale, servizi di cura e servizi alla persona. Quarta e ultima caratteristica: nonostante la prevalenza delle risorse pubbliche, si sta affermando un nuovo importante alleato delle grandi non profit: il filantrocapitalismo. Le fondazioni erogative e soprattutto i venture capitalist a fini sociali tendono infatti a concentrare i loro capitali su pochi “big player” attratti dall’obiettivo della scalabilità dell’innovazione e dell’impatto sociale ad ampio raggio. Un po’ come avvenne quasi un secolo fa, quando si assistette alla nascita di altre grandi organizzazioni non profit, su impulso di una consistente ondata filantropica. Ma questa nuova specie si affermerà a livello globale o sparirà come i dinosauri, lasciando spazio a nuove forme? L’orientamento dei finanziamenti, sia pubblici che privati, sembrerebbe garantire lunga vita alle grandi non profit, anche in Europa. Basti pensare alla recente comunicazione della Commissione Europea ? la Social Business Initiative ? in gran parte dedicata alla finanza specializzata per l’impresa sociale. D’altro canto la crescita eccessiva potrebbe mettere in crisi un’importante caratteristica costitutiva di queste organizzazioni, ovvero il rapporto con le comunità locali e con i beneficiari delle attività.