Non profit

Il nostro Benin. Un viaggio che ha lasciato il segno

«Passage to Benin»

di Redazione

Dieci dipendenti, provenienti da dieci Paesi, in un viaggio di 1500 chilometri tra Burkina Faso e Benin, per conoscere e capire. I responsabili del Desk Africa di Unidea – UniCredit Foundation alla fine hanno raccolto le loro testimonianzeQuattro Toyota corrono veloci e silenziose lungo la statale che da Ouagadougou, l’impronunciabile capitale del Burkina Faso, nel cuore dell’Africa subsahariana, porta in Benin, alle rive dell’oceano Atlantico. 1.500 chilometri di un ottimo asfalto, attraverso una savana povera e alquanto monotona, i verdi villaggi dell’Atakora, il caos della grande città. Si è appena conclusa la terza edizione di «Passage to Benin»: dieci dipendenti del Gruppo UniCredit, provenienti da dieci Paesi, in un viaggio di dieci giorni tra Burkina Faso e Benin, organizzato da Unidea-UniCredit Foundation, fondazione non profit del Gruppo UniCredit. Non si tratta di volontariato. L’obiettivo di questo viaggio è aprire una piccola porta sul vasto mondo della cooperazione internazionale, con tutti i dubbi e i punti interrogativi di questo lavoro, e al tempo stesso provare a trasmettere un’Africa autentica, dinamica, in cui la tradizione si mescola alla modernità e all’occidentalizzazione. Un viaggio di conoscenza, dunque, che rappresenta anche un’occasione di scambio e condivisione tra colleghi. In quanto responsabili del Desk Africa per la Fondazione Unidea e accompagnatori di «Passage to Benin», ci eravamo chiesti che cosa saremmo riusciti a trasmettere con questo viaggio, perfino se fosse giusto farlo. I racconti dei partecipanti ci confermano la bontà dell’iniziativa.

Una decisione importante per la vita
«Quest’anno ho deciso di sfidare la sorte e partecipare alla selezione per «Passage to Benin», e tale decisione si è rivelata essere una delle più importanti della mia vita. Dopo aver ricevuto conferma della mia partecipazione, ero pieno di aspettative e ho iniziato a raccogliere tutte le informazioni disponibili su Unidea, sui suoi progetti, e sui Paesi che sarei andato a conoscere. Quindi ero abbastanza consapevole della situazione in Burkina Faso e Benin. E poi mi sono ritrovato in quella realtà.»

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