Mondo

Il nostro impegno, riedificare anche la comunità

Parla il presidente di Federlavoro e Servizi

di Redazione

«La priorità è quella offrire ai cittadini, soprattutto ai più giovani, la certezza di una progettualità che possa trattenerli nel territorio di origine»Si riparte dalla Cittadella della cooperazione (vedi box sopra). Una boccata d’ossigeno per le nove cooperative di Federlavoro e Servizi coinvolte nella tragedia del terremoto. Ora si potrà gradualmente ritornale alla normalità. Ma non sarà facile. «I cinque container ci permetteranno di riprendere le attività, grazie alle 20 postazioni messe a disposizione, e di coordinare più efficacemente gli aiuti», spiega il presidente di Federlavoro e Servizi di Confcooperative, Massimo Stronati. «Ma il vero problema sarà ricostruire le sedi e ridare stabilità alla nostra attività, perché molte strutture sono totalmente crollate e per altre ci sono da fare robusti lavori di ristrutturazione».

Il conto dei danni
Una reale stima dei danni non è stata ancora fatta, ma si teme una ingente perdita in termini di fatturato. «Sicuramente si parla di diversi milioni di euro, anche se è ancora presto per fare un serio computo dei danni, data l’attuale mancanza di criteri certi di valutazione», spiega Stronati. Ad oggi si può solo fare riferimento alle ingenti fette di mercato svanite nel nulla, anche se la maggiore criticità sembra essere la delicata situazione di lavoratori e soci delle cooperative. «Il crollo delle scuole e della altre strutture pubbliche ha imposto un taglio netto alle nostre attività, soprattutto nel campo della manutenzione e pulizia dei locali», continua Stronati. «Oggi ci ritroviamo con oltre 200 soci e lavoratori senza occupazione, a cui se ne aggiungono altri 200 delle quattro cooperative sociali e due di abitazione a noi collegate».
Un primo paracadute è stato fornito dalla confederazione nazionale, che ha assicurato da subito il pagamento degli stipendi e tutti gli ammortizzatori sociali necessari per sostenere la prima emergenza lavoro. Non solo. «Stiamo anche cercando di impostare nuovi percorsi formativi per i soci», aggiunge Stronati. «In più le federazioni si sono mosse congiuntamente per garantire commesse alle imprese tuttora ferme».

Riattivare il tessuto
Per ora si tratta di un percorso esclusivamente interno alla cooperazione Confcooperative, ma sono già pronti progetti per la riattivazione del tessuto economico-sociale, che verranno presentati a giorni alla Giunta regionale. «La priorità è quella offrire ai cittadini, soprattutto ai più giovani, la certezza di una progettualità che possa trattenerli nel territorio di origine per impostare una ricostruzione di comunità. In più l’obiettivo è quello di ridare slancio alla cooperazione nella co-progettazione del sistema di welfare e assicurare un efficace aiuto ai soci e alle loro famiglie sfiancate dal terremoto».
Per il resto la confederazione ha già inviato un camion carico di vestiti e scarpe nuove per bambini e anziani, gruppi elettrogeni, scrivanie e coperte, ma soprattutto prodotti alimentari, farmaci e articoli parasanitari. Inoltre, «alcune cooperative sociali stanno lavorando nelle tendopoli a fianco della Protezione civile, che sta richiedendo sempre più insistentemente l’aiuto dei nostri operatori per la presa in carico delle fasce più deboli», continua Stronati. «Nei casi più delicati, invece, sono state messe a disposizione le strutture di altre cooperative fuori L’Aquila e anche nel Lazio. Adesso non rimane che assicurare un supporto psicologico alle persone, soprattutto nell’attuale periodo di transizione verso la normalità».

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