Non profit

Il Paese dove il Pil cresce, il reddito dei contadini no

Dipendenza dai mercati mondiali: 58% del fabbisogno

di Redazione

«Poco dopo che i prezzi alimentari mondiali hanno raggiunto un picco storico nel febbraio 2011, anche i prezzi alimentari in Tagikistan sono saliti a livelli record: nel maggio 2011, erano al livello più alto dall’inizio del monitoraggio dei prezzi alimentari nel Paese dopo la guerra civile del 1990. Il prezzo del grano ? il principale alimento di base del Paese ? è aumentato fino al 70% rispetto allo stesso periodo un anno prima». Il Tagikistan, Paese dove la popolazione rurale rappresenta più del 75% del totale (e di questa la maggior parte è impiegata in agricoltura, con il cotone e il grano prodotti principali) rappresenta un caso scuola di come ciò che accade sui mercati finanziari influisca sulle condizioni di vita delle persone. Per questo viene messo sotto la lente nel rapporto 2011 dell’Indice globale della fame, curato dall’International Food Policy Research Institut. «Il motivo principale di questa trasmissione dal livello mondiale a quello nazionale», spiega il rapporto, «è la dipendenza del Tagikistan dai mercati alimentari mondiali: il Paese importa circa il 58% del suo fabbisogno alimentare. L’escalation dei prezzi alimentari del 2011 ha coinciso con il periodo di scarsità nelle zone rurali del Tagikistan. Particolarmente colpite sono state le famiglie rurali povere: più della metà degli agricoltori hanno dichiarato di non aver più riserve alimentari, quasi tutte le famiglie (94%) avevano esaurito i soldi e più della metà delle famiglie aveva già contratto debiti». Quindi povertà diffusa nel mondo rurale, nononstante il Pil del Paese sia in crescita (nel 2010 ha registrato una crescita del 6,5%). Una crescita, però, largamente dovuta all’aumento del flusso delle rimesse dal Kazakhstan e dalla Russia, i principali Paesi di emigrazione dal Tagikistan.

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