Puntare sui percorsi di alternanza scuola-lavoro, sugli stage e sui tirocini formativi: è questa la “formula” vincente su cui dovrebbe puntare il governo per avvicinare i giovani alle imprese secondo il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi. Un auspicio, quello di Gagliardi, destinato comunque a tramutarsi in realtà: nella riforma degli istituti professionali si prevede infatti la possibilità di potenziare stage e tirocini e si introduce la possibilità per i 15enni di assolvere l’ultimo anno di obbligo formativo in azienda: l’esperienza varrà a tutti gli effetti, sempre se certificata sotto forma di apprendistato, come attività scolastica a tutti gli effetti.
«È un paradosso difficile da accettare», ha spiegato il segretario generale di Unioncamere, «il fatto che, nonostante la crisi, possano rimanere insoddisfatte richieste di lavoro nelle imprese artigiane per circa 23.500 lavoratori, 13.200 dei quali operai specializzati. Elettricisti, falegnami e mobilieri, parrucchieri, meccanici rimangono i più introvabili per le aziende artigiane». Per Gagliardi questo «conferma che lo spazio da colmare tra sistema dell’istruzione e della formazione e fabbisogni di capitale umano espressi dalle imprese è ancora molto elevato sia in termini quantitativi che, soprattutto, qualitativi». Quello della qualità è però anche l’aspetto che più preoccupa diversi addetti ai lavori, ad iniziare dai sindacati: l’approdo precoce nel mondo del lavoro, soprattutto se non supportato da una parallela formazione teorica in aula, rischia di condizionare il ragazzo per tutta la sua vita professionale.
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