Cultura
Il primo digiuno non si scorda mai
Testimonianze/ Da Abû Zayd, "Una vita con l'Islam"
di Redazione
Poco dopo la mia ammissione a scuola, all?età di otto anni dunque, decisi di osservare il digiuno durante il mese di ramadan. Il primo giorno capitò in settembre, o in ottobre. Dovetti rimanere sveglio fino al momento del pasto dell?alba, il suhûr, dato che i miei genitori si erano rifiutati di svegliarmi. Non volevano che digiunassi, ritenendo che fossi ancora troppo piccolo. Allora rimasi sveglio fino alle tre, mangiai qualcosa e mi addormentai, ma senza aver bevuto abbastanza. Il mattino mi svegliai in ritardo e dovetti andare a scuola di corsa. Stupidamente non soltanto non avevo bevuto abbastanza, ma avevo anche mangiato fegato, e la lingua mi sembrava un pezzo di legno. Arrivai a scuola con un?ora di ritardo e con una gran sete. Bussai e mi aprì il direttore, il signor As?ad. Il suo aspetto mi impaurì: con la fronte corrugata respirava tanto profondamente che letteralmente si gonfiò. Richiuse la porta dietro di me, poggiò una mano sul fianco, mi guardò, e con la tipica battuta egiziana per i dormiglioni mi disse: «Bene, signorino, la tua tenda contro le zanzare è dunque di color blu scuro? E osi pure bussare?». Ero molto imbarazzato e mormorai qualche parola, dalle quali lui captò la parola ramadan.
«Stai digiunando?», mi chiese. «Sì», risposi. «Mostrami la lingua!». Gli mostrai la lingua, lui rise e mi disse: «Entra! Ma solo perché stai digiunando. E non fare più tardi!». Sapevo che il mio preside era copto, e tuttavia per il fatto che stavo digiunando mi perdonò il ritardo. Era una scuola cristiana che io stavo frequentando; dove il mio professore di arabo era musulmano e si chiamava Gesù… .
Abû Zayd, Una vita con l?Islam,
Il Mulino 2004
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