Non profit
Il risparmio delle famiglie salva la faccia al debito pubblico italiano Bruxelles ristabilisce i criteri del Patto di stabilità
di Redazione
Siamo al momento della verità: il 24 e il 25 marzo a Bruxelles si riunisce il Consiglio europeo con all’ordine del giorno il nuovo Patto di stabilità. La Bce anche recentemente, e con un esponente italiano (Lorenzo Bini Smaghi), ha chiesto che la riforma sia seria e decisa. Anche i mercati si attendono che, dopo le turbolenze legate a Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna, le attese non siano deluse e che la stretta sui conti dei Paesi in difficoltà sia effettiva. Ma è proprio l’Italia a tirare il freno contro una riforma penalizzante per il nostro Paese: il progetto prevede che le quote di debito che sforano i limiti del Patto siano ridotte di un ventesimo l’anno dal 2015. Per l’Italia, un salasso miliardario. Per questo ha chiesto che nel calcolo non si tenga conto solo del debito pubblico, ma anche di quello privato. Le famiglie italiane sono restie a indebitarsi e favorevoli a risparmiare: così, sommando le famiglie-formiche allo Stato-cicala si ottiene un mix presentabile al confronto con gli altri grandi Paesi europei.
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