Famiglia

Il Sahel di Salgado trova un editore

Vent'anni fa il pubblico americano non era pronto. Oggi s

di Sara De Carli

Le figure esili dei profughi che si stagliano sull’orizzonte del deserto del Sahel, tra Ciad, Etiopia, Mali e Sudan, sono un pugno nello stomaco. Le foto risalgono a vent’anni fa, ma potrebbero benissimo essere state scattate ieri, in una zona vicina, il Darfur. E oggi come allora le parole di Sebastiao Salgado suonano con potenza: la gente ha “l’obbligo morale” di vedere queste foto.
Ma la gente – il pubblico – vent’anni fa non era pronta a vedere queste immagini. Questa la risposta che Salgao ha ricevuto da tuttte la case editrici presso cui ha bussato. “Oggi sì”, dice lui. E infatti oggi un editore lo ha trovato: la University of California Press, che ha recentemente presentato il libro “Sahel: the end of the road” (40,80 euro). 7500 le copie tirate, è stato il bestseller dell’autunno.
Il motivo del cambiamento? Secondo Salgado, gli attentati dell’11 settembre, che hanno dimostrato che gli Stati Uniti non sono immuni rispetto agli “squilibri del resto del mondo”.

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