Giovani
Il Servizio civile universale? Quest’anno lo faccio in agricoltura
Debutta per la prima volta il Servizio civile universale agricolo. I giovani tra i 18 e i 29 anni possono candidarsi per uno dei 2.098 posti disponibili in tutta Italia. Agricoltura e ambiente sono i due settori del nuovo bando, che fa seguito al tradizionale bando di febbraio che aveva già coinvolto oltre 50mila giovani. Domande da presentare fra il 4 settembre e il 15 ottobre
di Redazione

Per la prima volta, in Italia, prende l’avvio il Servizio civile universale agricolo. Contestualmente riparte anche quello ambientale. Sino al 15 ottobre, tutti i giovani tra i 18 e i 29 anni – purché non siano ancora compiuti alla data di presentazione della domanda – potranno candidarsi per uno dei 2.098 posti disponibili in tutta Italia, accedendo con lo Spid allo specifico portale.
«Con questi due nuovi bandi, in settori così rilevanti anche dal punto di vista sociale, come l’ambiente e l’agricoltura, il Governo conferma il proprio impegno non solo nell’ottica di offrire ai giovani sempre più opportunità di partecipazione attiva a beneficio del bene comune, ma anche di applicazione pratica in ambiti strategici per il futuro della Nazione», spiega il ministro per lo Sport e i giovani, con delega al Servizio civile universale, Andrea Abodi. «Il Servizio civile ambientale, al suo terzo ciclo di sperimentazione, e quello agricolo, alla sua prima sperimentazione, rappresentano un’opportunità per avvicinare gli operatori volontari a iniziative che spaziano dalla sostenibilità ambientale all’economia verde, dalla lotta allo spreco alimentare all’agricoltura sociale, fino all’economia circolare e all’educazione ambientale e alimentare. Percorsi che consentiranno ai ragazzi e alle ragazze non solo di contribuire concretamente al miglioramento della società, ma anche di acquisire e consolidare nuove competenze, utili per il loro futuro professionale».
Il nuovo bando nasce da due protocolli d’intesa, siglati con il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e con il ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, e si aggiunge a quello nazionale conclusosi lo scorso febbraio, che ha visto l’avvio di oltre 50mila giovani.
«Con il Servizio civile universale ambientale vogliamo offrire ai giovani un’opportunità concreta per essere cittadini protagonisti della transizione ecologica ed energetica del nostro Paese», dichiara il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto. «Un’esperienza unica di crescita e formazione che consente, al tempo stesso, di contribuire alla tutela del patrimonio naturale, alla lotta ai cambiamenti climatici e alla diffusione di una nuova cultura della sostenibilità. L’impegno delle ragazze e dei ragazzi sarà un valore aggiunto per le comunità locali e una risorsa preziosa per il futuro dell’Italia».
«Abbiamo creduto fin da subito nel potenziale del Servizio civile universale agricolo e, consapevoli del valore strategico del settore primario per l’Italia, non solo dal punto di vista economico ma anche culturale, abbiamo voluto dare l’opportunità ai giovani di fare alcune esperienze in questo mondo», sottolinea il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. «I progetti previsti coinvolgeranno i giovani in attività di assistenza e sostegno terapeutico a persone con disabilità o altri soggetti fragili, in servizi educativi e ricreativi per bambini e ragazzi, in iniziative di promozione e tutela dei prodotti agricoli e alimentari del Made in Italy, oltre che in percorsi di educazione a corretti stili di vita, prevenzione dei disturbi alimentari, lotta allo spreco e valorizzazione dell’economia circolare. Tutti ambiti che confermano quanto sia strategico investire in agricoltura oggi e che rappresenteranno un’altra porta di ingresso a chi voglia intraprendere una carriera in agricoltura».
Maggiori informazioni sulle modalità di candidatura sono disponibili sui siti internet del dipartimento per le Politiche giovanili e del Servizio civile universale.
Credit: foto Acli nazionali
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.