Non profit
Il sisma? Ha rilanciato l’associazionismo
Anpas, Auser, Avis: le nuove sedi a L'Aquila
di Redazione
Un fenomeno nato dal basso che le grandi centrali nazionali e il Csv locale hanno deciso di accompagnare.
Ecco come e con quali aspettative Il terremoto non è stato solo distruzione. C’è aria di rinascita, o almeno di ripresa per il mondo dell’associazionismo. L’Avis, ad esempio, è scesa in campo per gestire e razionalizzare l’emergenza ematica. Prima del sisma non aveva presenza territoriale in Abruzzo. Dopo essere intervenuta, ha deciso di fermarsi. «Stiamo fondando quattro sedi tra L’Aquila città e i comuni limitrofi», racconta il presidente regionale Pasquale Colamartino, «ci rendiamo conto che l’allarme sociale è alto e non abbiamo voluto tirarci indietro. Ci siamo concentrati sulla comunità studentesca, forza vitale della città. Oltre alla ricostruzione della Casa dello studente, in partnership con Regione Lombardia, abbiamo deciso di offrire borse di studio per garantire il diritto allo studio a tutti i ragazzi». Non solo. Anche l’Anpas – Associazione nazionale Pubbliche assistenze non contava alcuna sede nell’aquilano. Niente di calato dall’alto. «Abbiamo deciso di lasciare che sia il rapporto tra volontari e popolazione a creare risposte ai bisogni», spiega Luciano Dematteis, vicepresidente nazionale, «proprio come è successo a L’Aquila, dove è nata una nuova realtà associativa che vede protagonisti nostri volontari della Croce Bianca e cittadini ospitati nel campo di Acquasanta». Si tratta dell’associazione di protezione civile Pubblica Assistenza Gran Sasso. Anche Auser ha aperto una nuova sede «per dare continuità agli impegni che ci siamo presi», spiega la portavoce, Giusy Colmo.
Le Misericordie, invece, avevano già due sedi attive prima del 6 aprile. Dopo il sisma le hanno rafforzate. «Ci stiamo allargando per essere più presenti. La ricostruzione sociale è la nostra priorità», racconta Paolo Diani, direttore dell’Ugem – Ufficio Gestione emergenze di massa, delle Misericordie. Un impegno, il loro, che si sforza di dotare la città di strutture e centri che permettano l’incontro tra le persone.
La nascita di un nuovo associazionismo, naturalmente, va accompagnata. L’Arci è a L’Aquila da oltre vent’anni. «Con l’arrivo di tanti soggetti sociali nuovi, il rischio è quello di creare solo confusione», spiega il presidente abruzzese, Carmine Basile. Non è un problema di protagonismo o di gelosie territoriali, «molte realtà nazionali sono, per forza di cose, svincolate dal territorio. Lavoriamo proprio per fare in modo che con il dialogo e la pianificazione tutti siano utili e non si accavallino i servizi». Il progetto si chiama «Piazza delle associazioni», un tavolo che organizza le forze oggi in campo. Proprio in questa direzione va la proposta del Centro servizi per il volontariato dell’Aquila a cui anche tutte le altre realtà associative hanno aderito: è la Casa del volontariato. Ne va fiero Gianni Pappalepore, presidente del Csv: «L’idea è semplice: dare una risposta abitativa alle associazioni rimaste senza un tetto e avere un luogo dove tutti gli attori dell’associazionismo possano lavorare insieme».
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