Politica

«Il tesoriere ha solo un ruolo politico»

di Redazione

Antonio Misiani, deputato bergamasco del Pd, si trova a ricoprire un ruolo molto delicato in questo periodo: tesoriere del partito. Dopo lo scandalo che ha colpito il suo “collega” Luigi Lusi, chi ricopre questa mansione è braccato dalla stampa. Forse anche per questo, parte all’attacco: «I nostri bilanci sono disponibili online, chiunque può andare a leggerseli, è documentato fino all’ultimo euro».
Che cosa farà il Pd per evitare che si possa ripetere il caso Lusi?
C’è già una nostra proposta di legge: chiediamo che la certificazione sia obbligatoria per tutte le forze politiche. La revisione dei conti, poi, deve essere affidata alla Corte dei Conti, che ha già i mezzi per farlo.
E al vostro interno, come rassicurate gli elettori sulla regolarità delle spese?
Guardi, abbiamo le verifiche periodiche della società di controllo ogni tre mesi. I revisori arrivano e guardano fin dentro gli armadi.
Ma se ci si affida ad esperti esterni, a quel punto il tesoriere che ruolo ha? Non diventa inutile?
No, il tesoriere conserva comunque un ruolo politico. Indirizza le spese, specificando dove vanno impegnati i fondi, e rendendo conto di questa destinazione.
Sicuri che affidarsi a società di revisione esterne sia una garanzia? Anche i bilanci Parmalat erano certificati dalla Deloitte?
Le rispondo traducendo un detto milanese: piuttosto che niente, meglio piuttosto.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.