Welfare
Il valore economico? Si genera stando in rete
Banca Prossima, idee già in cantiere. Spiega Marco Morganti, ad del neonato istituto: «Niente prodotti ad hoc per immigrati. Ma favoriremo la volontà di aggregarsi»
di Redazione
Fare impresa è difficile. Lo è di più nel terzo settore. E la faccenda si complica ancora se sei un aspirante imprenditore straniero. Per offrire una risposta ai clienti del ?credito impossibile? si sta scaldando la fucina di idee di Banca Prossima.
L?istituto di Intesa Sanpaolo dedicato al non profit è appena nato, ma sta già oliando gli ingranaggi di un nuovo modello di fare banca in grado di includere anche gli stranieri interessati al mondo del terzo settore. «Cooperative di badanti, di infermiere e infermieri o di muratori. Non importa il settore quanto la volontà di aggregarsi, di fornire un buon servizio e spuntar condizioni di lavoro decorose».
A dirlo è Marco Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima, che ha in mente diversi progetti per favorire inclusione e la creazione di aziende cooperative e di imprese sociali. «Non lanceremo prodotti ad hoc, ma sosterremo le iniziative di quelle fasce deboli, come spesso lo sono i lavoratori immigrati, che se messi in rete possono dar vita a valore economico e sociale». Accanto alle iniziative di Banca Prossima, il gruppo Intesa Sanpaolo ha in cantiere Primi, un progetto, in collaborazione con Otto Bitjoka di Etnoland, per l?istituzione di confidi capaci di agevolare l?accesso al credito degli imprenditori immigrati, sia profit che non profit.
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