Non profit
Il virus di Chicago arriva negli slums
Così la volatilità dei prezzi fa mutare il regime alimentare della popolazione
di Redazione

Negli ultimi tre anni il Kenya ha registrato un continuo aumento dei prezzi alimentari, con l’indice dei prezzi al consumo, composto da 15 indici di beni diversi, aumentato del 30%. A influire sono stati diversi fattori: le violenze elettorali dopo le presidenziali del 2007 hanno causato l’abbandono dei raccolti e un deficit di produzione, le siccità del 2008 e del 2011 hanno minacciato la sicurezza alimentare, ma a pesare, tuttora, è anche una forte volatilità dei prezzi dei beni alimentari, con forti oscillazioni anche nell’arco di pochi mesi. Secondo l’Indice globale della fame pubblicato in Italia dalle ong di Link 2007, tra febbraio 2010 e maggio 2011 le variazioni di prezzo mensili del mais hanno oscillato tra lo 0 e il 29%, e tra lo 0 e il 42% quelle dei fagioli. Un’oscillazione legata ai mercati locali ma anche a quelli internazionali dove opera la speculazione: il Kenya è infatti molto dipendente dalle importazioni, anche in anni di buon raccolto. Chicago e Nairobi non sono lontane: gli effetti della speculazione finanziaria si trasmettono a catena, fino in Africa, fino agli slums di Nairobi. Un approfondimento dell’Indice globale rivela che tra gennaio 2010 e maggio 2011 gli abitanti di tre slums hanno dovuto affrontare un alto livello di fluttuazione dei prezzi. Questo significa che, in queste realtà, quando i bilanci delle famiglie non possono soddisfare i bisogni, a pagarne le conseguenze è spesso il consumo di cibo, perché è una spesa più flessibile rispetto ad affitto, tasse scolastiche e trasporti. Le famiglie riducono la quantità, qualità e varietà di cibo che comprano. Risultato: come rivela un’indagine condotta dalla ong Oxfam, il 76% dei kenyani ha dichiarato di aver cambiato stile di vita alimentare e il 79% di averlo fatto a causa del caro prezzi.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.