Welfare
IMMIGRATI. 6,4 miliardi mandati a casa nel 2008
La crescita delle rimesse inviate all'estero subisce un rallentamento
di Redazione
Nel 2008 gli stranieri presenti in Italia hanno inviato nei loro paesi di origine quasi 6,4 miliardi di €, pari allo 0,41% del Pil nazionale. Dopo anni di forte crescita, lo scorso anno la corsa delle rimesse è tuttavia rallentata registrando un aumento di appena il 5,6% rispetto al 2007, con un incremento in termini assoluti di 283 milioni di euro.
Sono i dati che emergono da una ricerca della Fondazione Leone Moressa che ha analizzato consistenza, natura e destinazione finale delle rimesse degli immigrati in Italia transitati attraverso i canali formali di intermediazione.
Nel 2008 ciascun immigrato ha fatto defluire fuori dal nostro Paese mediamente 1.859 € (circa 155 euro al mese), con una diminuzione rispetto allo scorso anno di quasi il 10%. Questo, spiegano i ricercatori, a causa soprattutto del maggior aumento della popolazione residente straniera rispetto all’incremento percentuale delle rimesse.
Oltre un quarto del denaro che esce dall’Italia arriva dal Lazio (27,8%), seguito da Lombardia e Toscana (20,4% e 13,3%). A livello provinciale, Roma raccoglie da sola più di un quarto delle intere rimesse nazionali (26,7%), seguita a ruota da Milano (13,5%), quindi daPrato (6,5%) e Firenze (4,0%).
Il paese che nel 2008 ha ricevuto più denaro proveniente dal nostro paese è la Cina con un ammontare complessivo superiore a 1,5 miliardi di €. Al secondo e terzo posto si collocano le Filippine e la Romania che assorbono rispettivamente il 14,5% e il 12,0% delle rimesse complessive. Seguono a ruota, con incidenze inferiori Marocco, Senegal, Bangladesh e Brasile.
I ricercatori spiegano la frenata del 2008 in parte con la crisi, che avrebbe costretto gli stranieri a ridurre i risparmi destinati alle famiglie d’origine. Ma potrebbero aver influito anche maggiori progetti di stabilizzazione, che avrebbero spinto gli immigrati a trattenere ed eventualmente investire in Italia i soldi che in passato inviavano all’estero.
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