Cultura

IMMIGRAZIONE. Cei: c’è un deficit di solidarietà

La conferenza dei vescovi italiana ricorda che gli gli immigrati sono persone di cui vanno riconosciuti e difesi i diritti

di Redazione

Gli attacchi contro gli immigrati degli ultimi giorni, che vanno «condannati incodizionatamente» sono sintomo di «un malessere più generale che attiene a quel vuoto culturale e del senso della solidarietà e dei valori» che la Chiesa cattolica frequentemente richiama: lo ha affermato questa mattina il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente dei vescovi italiani. «Una volta arrivati nel nostro Paese, gli immigrati sono persone, di cui vanno riconosciuti e difesi i diritti fondamentali alla vita, alla salute e tutte quelle esigenze che permettono di che una persona è davvero rispettata» ha detto il vescovo.

Oggi il Senato discute il Disegno di legge sulla sicurezza, che in molti punti è contestato da associazioni cattoliche come Comunità di Sant’Egidio, Acli, Centro Astalli e Associazione Papa Giovanni XXIII, che hanno rivolto un appello ai senatori su norme che renderebbero «inaccessibili agli stranieri irregolari servizi pubblici anche essenziali mettendone in alcuni casi a rischio la sicurezza della vita e della salute», sull’allungamento del periodo di detenzione degli immigrati irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione, sul reato di clandestinità.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.