Cultura

Immigrazione: dal 1996 ad oggi oltre 1000 immigrati morti nei naufragi

Dal 25 aprile 1996 al 25 ottobre 2005 per raggiungere le coste italiane sono morti 675 clandestini e 331 sono gli extracomunitari dichiarati dispersi. Una scheda

di Redazione

Dal 25 aprile 1996 al 25 ottobre 2005 per raggiungere le coste italiane sono morti 675 clandestini e 331 sono gli extracomunitari dichiarati dispersi. Questi i dati che emergono da una ricostruzione giornalistica fatta da Apcom sui naufragi avvenuti nell’arco degli ultimi 10 anni, durante le traversate effettuate tra l’Albania e le coste pugliesi e quelle tra le coste nord-africane e la Sicilia. La stampa spagnola ha parlato oggi di una cifra impressionante – tra i 1.200 e i 1.700 appunto – di immigrati clandestini partiti dalla Mauritania e annegati in mare cercando di raggiungere l’arcipelago della Canarie, cioè la Spagna. La statistica è relativa agli ultimi 45 giorni del 2005 ed è stata resa nota soltanto adesso dalla stampa spagnola che cita un rapporto interno della “Guardia Civil”. Per quanto riguarda l’Italia Il ministero degli Interni italiano, contattato, non ha fornito dati statistici in merito.
Ecco nel dettaglio i viaggi della speranza finiti in tragedia:
– 25 aprile 1996 – a Lampedusa una barca a motore con una ventina di immigrati tunisini affonda a causa del mare in burrasca nei pressi dell’isola dei Conigli: 15 i morti.
– 25 dicembre 1996 – durante la notte di Natale almeno 200 (ma forse sono più di 300) immigrati clandestini muoiono annegati nel tratto di mare tra Malta e la Sicilia, dopo lo scontro tra il cargo libanese ‘Friendship’ e la motonave Yohan.
– 28 marzo 1997 – la nave albanese ‘Kater I Rades’ affonda dopo una collisione con un mezzo della Marina militare italiana. 34 sono le persone tratte in salvo e 4 sono i cadaveri recuperati. Nel mese di ottobre, dopo le operazioni per recuperare il relitto, il bilancio totale delle vittime sale a 56.
– 21 novembre 1997 – 16 clandestini albanesi, partiti da Durazzo, muoiono per lo scoppio del gommone nel canale d’Otranto.
– 9 febbraio 1998 – nel canale d’Otranto sono almeno 5 le vittime che si trovavano a bordo di un gommone, partito da Valona, che è scoppiato.
– 25 ottobre 1998 – una collisione tra due gommoni, davanti all’isola di Safeno – al largo di Valona – provoca 6 morti.
– 27 novembre 1998 – un’altra collisione tra gommoni provoca la morte di 7 persone al largo di Brindisi.
– 15/16 agosto 1999 – Sarebbero circa un centinaio le vittime, mai accertate, del naufragio di un barcone carico di Rom al largo delle coste montenegrine che tentava di arrivare in Italia.
– 30/31 dicembre 1999 – un gommone naufraga nel Canale d’Otranto causando 59 morti. – 4 maggio 2000 – un gommone carico di migranti sperona, a quattro chilometri dalla costa del Salento, un’imbarcazione della polizia. Gli immigrati morti sono due e i dispersi sono circa dieci.
– 10 giugno 2001 – 5 cadaveri e 7 dispersi il bilancio del naufragio di un gommone di clandestini albanesi al largo di Trani (Bari).
– 7 marzo 2002 – A circa 65 miglia a Sud di Lampedusa naufraga un barcone che trasportava decine di immigrati clandestini. Il bilancio è di almeno 12 morti.
– 15 settembre 2002 – Una imbarcazione con circa 130 clandestini affonda a circa mezzo miglio da Capo Rossello (Ag). Vengono recuperati 37 cadaveri di immigrati di origine liberiana; altri 92 riescono a salvarsi.
– 22 settembre 2002 – Un motopesca, la “Bahack”, iscritta nel compartimento marittimo di Monastir (Tunisia), arriva a qualche centinaio di metri dalla riva tra Scoglitti e Gela e scarica in mare una sessantina di clandestini. 11 sono i cadaveri recuperati.
– 19 gennaio 2003 – Sei immigrati morti e 23 dispersi è il bilancio del naufragio di una piccola imbarcazione a circa 30 miglia da Santa Maria di Leuca (Lecce).
– 16 giugno 2003 – Un altro naufragio, a 32 miglia a sud di Lampedusa, provoca la morte di circa 67 persone: sette i copri recuperati, 60 i dispersi e 3 i superstiti.
– 20 giugno 2003 – Una barca che trasporta circa 250 migranti, nel tentativo di raggiungere le coste siciliane, naufraga in acque internazionali al largo della Tunisia. Il 22 giugno viene fornito il bilancio ufficiale: 50 cadaveri restituiti dal mare, circa 160 dispersi e 41 sopravvissuti.
– 17 ottobre 2003 – Una imbarcazione con un numero imprecisato di immigrati somali naufraga a circa 30 miglia a sud-est di Lampedusa. Secondo quanto riferisono i superstiti i morti sarebbero 7, tra cui 3 bambini che sarebbero stati gettati in mare perché morti durante la navigazione, 4 i dispersi.
– 21 ottobre 2003 – Un natante con a bordo una trentina di immigrati è affondata a largo delle coste tunisine, subito dopo la partenza per tentare di raggiungere la Sicilia. I morti, secondo quanto riferisce un quotidiano tunisino, sono 6, i dispersi 22 e solo due i sopravvisuti.
– 9 agosto 2004 – Nei racconti di alcuni sopravvissuti ad una traversata finita in tragedia a largo delle coste agrigentine indicano in 28 le vittime del naufragio.
– 4 ottobre 2004 – Nuova tragedia a poche miglia dalle coste tunisine. Una barca diretta verso l’Italia si è capovolta ed è affondata: 22 i morti accertati, i dispersi sono 42, 11 i superstiti.
– 24 marzo 2005 – In questa data viene definito il bilancio delle vittime della tragedia verificatasi al largo delle coste ragusane alcuni giorni prima. Sul barcone, proveniente da Malta, viaggiavano 15 extracomunitari di nazionalità cinese: 6 corpi sono stati recuperati, 6 sono stati i superstiti e 3 sono i dispersi.
– 12 settembre 2005 – In 11 sono annegati durante il viaggio tra le coste nordafricane e la Sicilia.
– 25 ottobre 2005 – Imprecisato il numero dei dispersi di un naufragio avvenuto a tre miglia a nord di Gozo e Comino.

Beuno Siracusa, sindaco di Lampedusa, interpellato da Apcom non vuol parlare dei morti dei naufragi ma ammette: “Sì, sull’isola abbiamo un ‘Cimitero dei senza nome’. Oggi vi sono seppelliti 12 corpi, il massimo della capienza, le altre salme, quando si sono verificate le tragedie, sono state trasferite in Sicilia o a Roma come avvenne con gli 11 somali. Il cimitero si chiama così perché gli extracomunitari arrivano senza alcun documento di riconoscimento”. “Non vorrei – aggiunge Siracusa – commentare il numero delle vittime avvenute qui con quelle indicate oggi dalla Guardia Civil spagnola. Dobbiamo solo aver rispetto delle morti e niente altro. Quello che posso assicurare – precisa il primo cittadino di Lampedusa – che il Centro di accoglienza è stato mofidificato in ‘Centro di primo soccorso e smistamento’. Quindi, quando arrivano i migranti, per evitare ulteriori disagi entro 48 ore vengono trasferiti sulla terra ferma nei centri di permanenza temporanea”. Riguardo al trattamento che viene riservato agli extracomunitari, Siracusa precisa: “E’ stata stipulata una convenzione con le associazioni umanitarie, con in testa l’Acnhur, così da permettere di poter visitare i luoghi dove vengono ospitati al loro arrivo e rendersi conto come vengono trattati. Entro un anno – conclude – sarà pronto il nuovo centro d’accoglienza, dentro la vecchia caserma dell’esercito. Questa struttura, che logisticamente sarà più flessibile, sicuramente potrà accoglieremeglio i clandestini”.

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