Welfare

Immigrazione, la Toscana approva la “sua” legge

di Redazione

La Toscana alla fine ce l’ha fatta: la legge sull’immigrazione è stata approvata. «Non sarà un Eldorado per clandestini», ha detto il presidente della Regione, Claudio Martini, mentre il Pdl ha annunciato la raccolta di firme per il referendum abrogrativo e invitato il governo a ricorrere alla Corte Costituzionale. La maratona durata più di 30 ore è finita. Alle 17 in punto del 1° giugno. Il sì è stato salutato da un tiepido applauso. Per l’opposizione in au­la erano presenti solo i capigrup­po di An (Roberto Benedetti) e Forza Italia (Alberto Magnolfi) per il Pdl, con Marco Carraresi e Giuseppe Del Carlo dell’Udc. Gli altri consiglieri hanno abbando­nato l’aula «per non essere com­plici di questo atto grave», ha spiegato Benedetti. Risultato: 43 presenti, 39 sì, 4 no.

Il voto è arrivato grazie a un maxi-emendamento, contenente l’intera legge, tranne gli articoli già approvati, presentato dalla maggioranza che ha fatto decade­re automaticamente tutti gli emendamenti del Pdl (ne erano rimasti oltre settanta). Ostruzio­nismo impossibile, quindi, e vo­to in giornata, dopo il no al rin­vio in commissione (è stata inve­ce approvata all’unanimità la con­cessione di una pausa di 90 minu­ti per studiare il chilometrico emendamento). Il Pdl ha ribadito che già oggi inizierà a raccogliere firme per un referendum abrogra­tivo e ha auspicato che il governo impugni il testo per incostituzio­nalità.

«È una legge giusta ed equilibrata, ed ha alla base l’idea di regolarità. E proprio qui sta la differenza, differenza e non con­trapposizione, con la Bossi-Fini — ha detto Martini alla fine del dibattito — non è un testo rivolu­zionario, dà solo visibilità alle co­se che facciamo da tempo, dà di­gnità alla politica con la p maiu­scola che conduciamo per gli im­migrati regolari». Il presidente ha sottolineato la «convizione, coe­sione e la pazienza» della maggio­ranza. Poi ha ripetuto che l’ostru­zionismo è legittimo ma strumen­tale in vista della consultazione elettorale. «Questa non è una leg­ge contro il governo, è stata pen­sata quando c’era Prodi e non è stata cambiata; non è contro qual­cuno, ma vuole ribadire una posi­zione differente, nell’ambito del­le nostre prerogative, perché non esiste il pensiero unico. Non ci sa­rà alcun Eldorado per clandestini — ha proseguito — perchè si dà trasparenza e visibilità mentre i clandestini cercano le aree grige, le zone sommerse. E non ci sarà alcuna guerra tra poveri, perché purtroppo questa guerra c’è già per colpa dei tagli governativi al­le politiche sociali». Infine, Marti­ni ha attaccato sulle accuse di in­costituzionalità: «Deciderà la Cor­te Costituzionale, se come proba­bilissimo il governo la impugne­rà e noi ci rimetteremo alla Corte. Non sarà il governo ‘a fare stra­me della legge’».

Il Pdl, dopo aver sottolineato la gravità del maxi-emendamen­to, ha sottolineato i dubbi di ap­plicabilità di una norma fatta da 5 articoli più uno che ne riassu­me altri trenta. «È una legge in­costituzionale, illegittima, peri­colosa, che apre varchi alla crimi­nalità ed ai clandestini e discri­mina i regolari, che la maggior parte della società toscana non vuole e rifiuta», ha ribadito il centrodestra. «Gli elettori vi pu­niranno tra pochi giorni, come hanno fatto un anno fa» ha detto Alberto Magnolfi; «Già da doma­ni (oggi, ndr) inizieremo a racco­gliere le firme per il referendum, per cancellare questo atto grave, ideologico e antigovernativo», ha spiegato Roberto Benedetti. Il no arriva anche dall’Udc: «Non si possono fare forzature, equipa­rare i diritti dei regolari a quelli dei clandestini ed è stata persa l’occasione per migliorare il te­sto », ha spiegato Giuseppe Del Carlo. Reazioni anche dai parla­mentari Pdl. Mazzoni: «È una beffa anche per gli immigrati re­golari che rispettano le nostre leggi». E Gasparri, presidente dei senatori Pdl: «Spazzeremo via questa normativa».

Qui il testo della legge.

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