Cultura

Imprese: con Csr più sicurezza e salute sul lavoro

Un convegno organizzato dalla Fondazione Csr

di Redazione

La responsabilita’ sociale delle imprese contribuisce a promuovere la salute e la sicurezza sul lavoro. E’ questo il tema affrontato oggi nel corso del convegno promosso dalla Fondazione Csr (I-Csr), in collaborazione con Unioncamere, ministero della Solidarieta’ sociale e Inail. All’incontro hanno partecipato il ministro della Solidarieta’ sociale, Paolo Ferrero, il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, il presidente dell’Inail, Vincenzo Mungari, e il direttore generale dell’Inail, Piero Giorgini. ”In Italia -ha detto il ministro- c’e’ una situazione di ‘forte irresponsabilita’ sociale delle imprese’ e per questo servono norme rigide e un sindacato che faccia il suo mestiere. O si forma una classe industriale che ha la percezione del suo ruolo o con il sistema imprenditoriale polverizzato come quello italiano continueremo a contare i morti sul lavoro”.

”Oltre al rispetto della legge -ha continuato il ministro Ferrero- sarebbe opportuno che le imprese si dessero delle regole virtuose. In questo senso, oltre agli obblighi di legge auspicherei che l’impresa si percepisse come uno dei soggetti della comunita’ e, quindi, esercitasse un livello di responsabilita’ sulla sicurezza del lavoro, sulla salute e sull’ambiente maggiore di quella che gli e’ chiesta dalla legge”. Secondo il ministro, ”non si puo’ mettere un ispettore in ogni azienda e per questo bisogna lavorare sulla cultura della responsabilita’ sociale. L’impegno del ministero e’ di organizzare nel giro di qualche mese una conferenza sulla responsabilita’ sociale che, sgombrando il campo dalle ideologie, valorizzi le buone pratiche e individui filoni su cui agire, coinvolgendo anche le piccole e medie imprese attraverso il sistema delle Camere di commercio”. Parlando, poi, del settore agroalimentare, Ferrero ha detto che nel Sud si arriva ”al confine tra imprese economiche e imprese criminali e che settore del tessile e dell’alta moda invia modelli fuorvianti agli adolescenti”.

Per il presidente dell’Inail, Vincenzo Mungari, ”essere socialmente responsabili vuol dire andare oltre la semplice responsabilita”’. ”Si tratta -ha affermato intervenendo al convegno sulla responsabilita’ sociale- di una premessa commerciale durevole che crea anche benessere per tutti i dipendenti”. Il direttore generale dell’Inail, Piero Giorgini, ha annunciato che ”si sta valutando l’opportunita’ di sviluppare ulteriori forme premiali o di incentivazione, rivolte a chi adotti comportamenti responsabili, riconducibili a strategie di prevenzione e ad azioni di miglioramento della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e della qualita’ del lavoro in genere”. ”L’obiettivo strategico -ha spiegato- e’ quello di innescare e alimentare il circolo virtuoso della sicurezza premiando le aziende piu’ virtuose. Sicurezza significa benefici e non costi, vuol dire valore sociale ed anche economico”. Secondo il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, sulla ‘Corporate social responsibility’ ”e’ necessario riportare al centro dell’attenzione la cultura della Csr: il miglioramento delle condizioni di lavoro e delle attivita’ produttive non puo’ essere affidato solo all’applicazione delle leggi e delle sanzioni ad essa collegate”. ”C’e’ un tema bipartisan, un percorso volontario -ha detto- che si radica nei comportamenti e, quindi, nella cultura di cittadini e imprese. Serve percio’ un investimento di lunga durata che coinvolga attivamente le istituzioni e le Camere di commercio, che con i loro 60 sportelli diffusi sul territorio sono in prima linea, e le diverse componenti sociali”.

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